Gli scenari inerenti il riscatto della laurea in attesa dell'approvazione della manovra di Bilancio e dell'introduzione di Quota 100

Lucia Izzo - Della possibilità di riscattare la laurea a fini pensionistici si è di recente parlato molto e la discussione è stata alimentata dalla possibile introduzione di "Quota 100" che potrebbe consentire a un maggior numero di dipendenti di raggiungere gli anni contributivi per andare in pensione.


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Le domande di riscatto laurea ricevute dall'Inps, inoltre, sarebbero in crescita: si parla di 62.282d istanze presentate dal 2016 fino allo scorso 31 agosto, di cui 28.389 accolte tra gestione pubblica e privata. Nel settore privato, invece, sarebbero 43.686 le domande presentate, di cui 12.920 nei primi otto mesi di quest'anno.

Il riscatto della laurea

Il riscatto della laurea è un istituto che consente di valorizzare a fini pensionistici il periodo del corso di studi: può accedervi solo chi abbia conseguito il titolo di studio (diploma di laurea o titolo equiparato) anche se si tratta di soggetto inoccupato che, al momento della domanda, non sia mai stato iscritto ad alcuna forma di previdenza e che non abbia iniziato attività lavorativa in Italia o all'estero.


Si possono riscattare sia i periodi corrispondenti alla durata legale del corso di studio, sia di parte di esso. Potranno essere riscattati anche i titoli conseguiti all'estero che hanno valore legale in Italia. Dal 1997, inoltre, è possibile riscattareanche due o più corsi di laurea.


Non possono essere riscattati, invece: gli anni fuori corso; i periodi già coperti da contributi obbligatori o figurativi (o da riscatto) presso il fondo cui è diretta la domanda e gli altri regimi previdenziali.


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La convenienza, tuttavia, andrà valutata caso per caso, poiché calcolare il riscatto della laurea a fini pensionistici non è un'operazione semplice: il costo del riscatto varia a seconda del regime previdenziale, retributivo e contributivo, in cui ricade il periodo da riscattare ed è condizionato dall'età, dalla retribuzione e dal sesso del richiedente.

Riscatto laurea e Quota 100: quali scenari?

Il riscatto degli anni di studio all'università consente di aggiungere almeno due anni di contribuzione a seconda della durata del corso di studi seguito, utile ai fini del calcolo dell'età pensionabile. Appare evidente come, sulla discussione relativa alla convenienza o meno del riscatto della laurea, abbia di recente avuto peso la volontà di modificare il sistema contributivo con l'introduzione di "Quota 100".


La manovra pensionistica che dovrebbe entrare in vigore a partire dall'anno prossimo, consentirà l'accesso alla pensione anticipata con almeno 62 anni di età e un'anzianità contributiva di minimo 38 anni. Tuttavia, saranno, previste delle "finestre" per l'uscita se i requisiti si maturano da gennaio 2019 in poi.

Da un lato, si è valutata l'ipotesi di rendere il riscatto della laurea gratuito per alcune fasce di reddito o comunque meno costoso, come confermato dalle dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.

Dall'altro, la Legge di Bilancio 2019 e le novità alla manovra pensionistica potrebbero introdurre agevolazioni per i datori di lavoro che si faranno carico del costo per il riscatto degli anni di università.

Il riscatto degli anni di studio all'università, nel vigore di "Quota 100", dunque, potrebbe far ottenere agli interessati gli anni di contribuzione necessari per raggiungere facilmente i 38 anni richiesti per accedere alla pensione, sempre nel rispetto del requisito anagrafico.

Inoltre, si incentiverebbero anche i datori di lavoro a finanziare l'uscita dei dipendenti senior attraverso l'utilizzo dei fondi bilaterali. Si potrebbe riprendere l'impostazione che nel 2017 era stata predisposta per agevolare gli esodi dei bancari in esubero ovvero, come riportato dal Sole24Ore, attingendo al Fondo di solidarietà del credito ordinario e cooperativo.

La stessa formula potrebbe essere estesa anche ad altri settori e fondi di solidarietà (assicurazioni, trasporto pubblico, ecc.) sempre allo scopo di incentivare i datori di lavoro all'uscita anticipata dei lavoratori senior tramite Quota 100.

Tuttavia, quelle al vaglio sono ancora soltanto ipotesi e per avere certezze si dovrà attendere l'approvazione della manovra di Bilancio 2019 e dei provvedimenti che mirano all'introduzione di Quota 100.


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