di Gabriella Lax - Cosa fa l'Italia contro la violenza di genere. La risposta arriva in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, grazie al lavoro dell'Ufficio Valutazione Impatto del Senato, che presenta "In difesa delle donne. Leggi, aiuti e risorse contro la violenza di genere in Italia".
"In difesa delle donne", la guida del Senato
Si tratta di una guida pratica ossia «uno strumento concreto - si legge in premessa - perchi vuole orientarsi nel complesso panorama nazionale e regionale» per quanto riguarda la violenza di genere ossia tutte quelle forme di violenza maschile - psicologica, fisica, sessuale - che colpiscono le donne in quanto donne, costituendo non solo una discriminazione ma anche, e soprattutto, una violazione dei diritti umani.
Il quadro riguarda, seguendo l'indice dei capitoli, i reati contro le donne (dagli atti persecutori, ai maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali), le risorse nazionali (tra le quali le strutture e centri antiviolenza, il protocollo Eva, il numero verde 1522) e gli aiuti offerti regione per regione.
Violenze di genere, il quadro normativo in Italia
Come è cambiato il quadro normativo dagli anni cinquanta, quando il capofamiglia era il padrone incontrastato? Il primo passo è stato fatto nel 1975, con la riforma del diritto di famiglia che abolisce la cosiddetta autorità maritale. Da allora molte cose sono state fatte contro la violenza maschile sulle donne; ma il percorso non è stato facile né breve. Il salto di qualità è avvenuto nel 2013, quando il nostro Paese, ha recepito la Convenzione di Istanbul e il decreto anti-femminicidio che ha introdotto una serie di misure sia di carattere preventivo che repressivo.
Altre tappe fondamentali e più recenti, il Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere del 2015, seguito nel 2017 dal Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne e da una serie di leggi (che hanno riguardato anche indennizzi economici, congedi dal lavoro, tutela per gli orfani di femminicidio) che hanno fornito alle donne ulteriori strumenti di tutela.
Le difficoltà riscontrate (oltre alle drammatiche incertezze nei finanziamenti) sono quelle che si ritrovano nel passaggio all'attuazione delle norme, delegata a circolari o ad altri atti di rango non primario che rendono difficile, per la vittima, conoscere gli strumenti a propria tutela e richiederne l'applicazione.
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