di Gabriella Lax - Equo compenso per tutti. A parlarne, nei giorni scorsi, durante l'incontro con i rappresentanti degli ordini e dei collegi vigilati dal ministero della giustizia, è stato il sottosegretario alla giustizia Jacopo Morrone.
Equo compenso per tutti, anche per i privati
Dunque la misura di tutela dei compensi percepiti dai professionisti dovrebbe abbracciare anche i privati, complice l'introduzione di meccanismi più stringenti per la sua applicazione da parte della Pubblica amministrazione.
Come riporta Italia Oggi si è trattato solo del primo di una serie di incontri con i rappresentanti professionali, con la finalità di «valorizzare - afferma Morrone - il ruolo degli iscritti, dare attenzione alle necessità delle categorie. Far parte di un ordine non vuol dire far parte di una lobby. Oltre ai temi trattati oggi, ho chiesto una panoramica sugli emendamenti presentati dai vari organismi per vedere cosa si può fare in legge di bilancio. Speriamo di inserire delle novità già in manovra». Il sottosegretario ha poi ribadito che l'equo compenso figura tra le priorità nell'agenda di governo: «Il nostro progetto è di renderlo più forte e senza possibilità di deroghe». Di fondo si pensa ad estendere la misura anche verso i soggetti più piccoli. Al momento invece la norma prevede che solo i cosiddetti «clienti forti» (banche ed assicurazioni) e la pubblica amministrazione siano obbligati a pagare un compenso «commisurato alla qualità e alla quantità del lavoro svolto», ed inoltre «conforme ai parametri ministeriali». L'intento è quello di estenderlo anche ai piccoli committenti privati.
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