di Redazione - "Sconcerta la bozza di riforma del processo civile, nel testo ad oggi noto, che il Ministro della Giustizia Bonafede ha annunciato di voler pubblicare 'online per una consultazione pubblica' nella seconda settimana di dicembre. Allo stato attuale la riforma, tale evidentemente solo nelle parole del Ministro, punisce il cittadino e non assicura che ad garantita la tutela dei suoi diritti". È quanto dichiara il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense, Luigi Pansini, in una nota che riporta le conclusioni e il contenuto dei documenti adottati, a Roma, dal consiglio nazionale ANF nelle sessioni di sabato e domenica scorsi.
"Ancora una volta, peraltro in linea con l'azione dei governi precedenti, l'asserito intervento riformatore riguarda "ossessivamente" il rito e le regole processuali, non affrontando le vere criticità del sistema, risorse e personale prima di ogni altra, ignorando la necessità di forme di organizzazione del lavoro dei magistrati e di una preparazione in chiave organizzativa/manageriale dei capi degli uffici giudiziari - prosegue Pansini - "scaricando" sul cittadino le inefficienze del sistema e sacrificando la sua legittima aspettativa di giustizia con un processo sommario e affidato all'eccessiva discrezionalità del giudice".
Inoltre, continua la nota, la bozza di riforma del processo civile, "si caratterizza per un atteggiamento intransigente e penalizzante, che si esplicita ad esempio nelle sanzioni pecuniarie elevate fino a dieci volte il valore del contributo unificato; addirittura una sanzione sino a € 50.000,00 a carico della parte per la mancata risposta all'ordine di esibizione".
Da qui l'auspicio a rivedere integralmente il testo e l'intero impianto della proposta di riforma, "con un necessario confronto con tutti gli operatori interessati per individuare i principi cardine di un'idea di processo civile che coniughi l'accesso alla giustizia e l'effettiva tutela dei diritti del cittadini nel rispetto del contraddittorio tra le parti con un sistema-giustizia dotato di risorse". E l'invito a tutte le "componenti istituzionali e associative dell'Avvocatura a fare fronte comune rispetto alle iniziative che minano le fondamenta del processo civile e del processo penale, scardinando i diritti fondamentali della persona e del cittadino".
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