di Gabriella Lax - La riforma della prescrizione non è accettabile in un paese civile. Per questo motivo torneranno a scioperare gli avvocati penalisti contro il disegno di legge "anticorruzione", l'Unione delle Camere Penali Italiane, dopo le giornate nel mese di novembre, ha proclamato altri due giorni di astensione il 17 e 18 dicembre.
Prescrizione, per i penalisti è una riforma inaccettabile
Una data di prescrizione dei processi penali che, con la sua eliminazione così come prevista dalla riforma dopo il primo grado, non interromperebbe solo i processi ma la vita delle persone coinvolte nei fatti di cui si discute in tribunale. A chiarirlo in una intervista al sole 24 Ore è Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione camere penali. Il prossimo 18 dicembre, in concomitanza col secondo giorno di astensione, si svolgerà a Bari una manifestazione nazionale, per invitare il Parlamento italiano a dare ascolto alle critiche e alle proposte che la comunità dei giuristi italiani ha lanciato nella grande manifestazione nazionale di Roma dello scorso 23 novembre. Secondo Caiazza, l'ipotesi di far slittare a gennaio 2020 l'entrata in vigore della riforma è un modo per allontanare ed eludere il problema. In sostanza lo spostamento della «data di operatività della norma dovrebbe servire a modificare il codice di rito così da accorciare i tempi dei procedimenti. In modo che la nuova prescrizione si vada ad inserire in un contesto in cui i tempi sono ragionevoli».
E nel frattempo un team di penalisti lavora alacremente nella Commissione di studio, per riformare il codice. Tra le proposte presentate chiarisce Caiazza, l'obiettivo è «allargare il raggio d'azione dei riti alternativi, potenziare la funzione di filtro dell'udienza preliminare e una forte depenalizzazione». Paletti sui quali ultimamente si è focalizzata anche l'attenzione dell'Anm. La difficoltà starebbe nel realizzare tutto questo in soli 12 mesi. Oltre al fatto che buona parte delle modifiche da apportare non sono in linea coi programmi attuali del governo. Si lavorerà dunque a trovare un'intesa tra le correnti di pensiero differenti. Quello che si vuole evitare è che, dopo scioperi e contestazioni non vi sia una vera e propri esplosione nel processo penale.