di Gabriella Lax - Il parlamento europeo adotta due pareri sulle proposte di direttive del Consiglio relative alla tassazione delle imprese con una presenza digitale significativa e alla tassa sui servizi digitali (DST).
Ue, il Parlamento vuole tassare i servizi digitali
La Plenaria, come riporta una nota stampa, ha proposto di ampliare il campo di applicazione delle direttive sulla tassazione delle imprese digitali che operano nell'UE. I deputati hanno aggiunto all'elenco dei servizi che possono essere considerati entrate fiscali anche la fornitura di «contenuti su un'interfaccia digitale come video, audio, giochi o testi che utilizzano un'interfaccia digitale», indipendentemente dal fatto che tali contenuti siano di proprietà della società fornitrice o che questa ne abbia acquisito i diritti di distribuzione.
Questo significa che anche piattaforme online che vendono contenuti digitali (ad esempio Netflix) potranno essere tassate. Le novità prevedono anche la riduzione della soglia minima al di sopra della quale i redditi di una società sono soggetti a tassazione.
Le norme riguarderanno qualsiasi società che generi entrate all'interno dell'UE superiori a 40 milioni di euro durante l'esercizio finanziario in questione. In realtà, già la commissione europea aveva proposto un importo di 50 milioni di euro.
Secondo il Parlamento, la DST (digital services tax in inglese) è una misura temporanea. L'adozione della direttiva sulla presenza digitale significativa, della base imponibile consolidata comune per le società o di norme analoghe a livello dell'OCSE o delle Nazioni Unite costituirebbe una soluzione permanente, comunque preferibile.
Adesso toccherà al consiglio decidere all'unanimità sul contenuto definitivo delle norme. Il Parlamento sta spingendo per un'approvazione prima della fine del suo mandato, nell'aprile 2019.
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