di Gabriella Lax - I medici devono scrivere le ricette in bella grafia o meglio in stampatello. A prescriverlo, nella raccomandazione n.18 è il ministero della Salute, il cui obiettivo è fornire «indicazioni per prevenire gli errori in terapia conseguenti all'utilizzo di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, e migliorare la sicurezza nella gestione dei farmaci».
Ministero della Salute ai medici «Scrivete in bella grafia»
«Una brutta grafia - scrivono dal ministero - può rendere difficile la comprensione di una prescrizione e causare errori nella dispensazione e nella somministrazione di una terapia farmacologica». Quella scritta resta sempre comunque la risposta migliore: «la prescrizione verbale (compresa quella telefonica), che sebbene sconsigliata, viene tuttora utilizzata in alcune situazioni di emergenza/urgenza».
Oltre alla scrittura di difficile comprensione che può causare fraintendimenti e veri errori (e nel caso della prescrizione delle medicine non c'è da scherzare) anche l'uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, sebbene sia una prassi consolidata durante le fasi di gestione del farmaco in ospedale e sul territorio, può indurre in errore e causare danni ai pazienti. Secondo uno studio statunitense la maggior parte degli errori deriva proprio dall'uso di abbreviazioni; mentre altri studi hanno evidenziato che la maggior parte degli errori in terapia si verificano durante la prescrizione e riguardano la confusione tra farmaci con nomi o pronuncia simili oppure tra unità di misura e dosaggi.
I destinatari della raccomandazione per "standardizzare" l'uso di abbreviazioni, acronimi, sigle e simboli, sono le Regioni e le Province Autonome che coordinano l'elaborazione di una procedura da far adottare ad ogni Azienda sanitaria e ne monitorano l'applicazione. Mentre le Aziende sanitarie, che già dispongono di una procedura sull'argomento, provvedono ad aggiornarla, in accordo con le Regioni e le Province Autonome, facendo riferimento ai contenuti della Raccomandazione.
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