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Bollette a 28 giorni: per il Consiglio di Stato si può attendere marzo 2019
Le compagnie di Tlc avevano presentato ricorso contro l'Agcm (e nei confronti di diverse associazioni dei consumatori) per chiedere la riforma della decisione del Tar Lazio che ingiungeva il ristoro entro fine anno ai clienti per la pratica della fatturazione a 28 giorni, compiuta in violazione delle delibere dell'Authority.
Con quattro ordinanze depositate ieri (n. 6178, n. 6179, n. 6180 e n. 6209), palazzo Spada ha deciso di accogliere i ricorsi presentati in via cautelare da Telecom, Wind, Vodafone e Fastweb sospendendo fino al 31 marzo 2019 (data di deposito delle motivazioni), gli effetti della decisione del giudice amministrativo (cfr. Tar Lazio n. 11305/2018).
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Per il Consiglio, il prospettato danno, discendente dall'obbligo di storno a favore degli utenti (in sede di ripristino della fatturazione con cadenza mensile a partire dall'1 gennaio 2019), degli importi corrispondenti a quanto fatturato in più attraverso la fatturazione a 28 giorni, in sostanza può aspettare. Ben può dunque la controversia essere lasciata "'re adhuc integra' fino al termine del 31 marzo 2019, reputato congruo in attesa del predetto deposito".
Da qui, l'accoglimento dell'istanza cautelare delle compagnie e la sospensione dell'esecutività del dispositivo impugnato.
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