di Valeria Zeppilli - La norma sul "saldo e stralcio" prevista dalla legge di bilancio 2019 riguarderà anche gli avvocati, che quindi, se versano in una situazione di grave e comprovata difficoltà economica, potranno definire in maniera agevolata i debiti che derivano loro dall'omesso versamento delle imposte dovute in autoliquidazione in base alle dichiarazioni annuali e dei contributi dovuti a Cassa Forense e che sono stati affidati all'agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017.
Al pari degli avvocati, il "saldo e stralcio" interessa, con regole analoghe, anche i privati e gli altri professionisti.
Come si estingue il debito
Il debito, nel dettaglio, si estingue con il pagamento di una percentuale pari al 16%, al 20% o al 35% a seconda che l'Isee dell'interessato non superi 8.500 euro, sia compreso tra 8.501 e 12.500 euro o sia compreso tra 12.501 e 20.000 euro.
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Casse pronte al ricorso
Cassa forense e le altre Casse professionali che hanno affidato all'agente della riscossione il recupero dei debiti dei propri iscritti sono però sul piede di guerra e annunciano il ricorso alla Consulta. Il "saldo e stralcio", infatti, potrà creare dei danni irreparabili ai loro bilanci e creare nocumento a tutti gli iscritti.
A "minacciare" di rivolgersi alla Corte costituzionale è, in particolare, la Cassa dottori commercialisti (Cnpadc), che, per il tramite del Presidente, ha sottolineato la propria intenzione di sollevare nelle sedi opportune gli aspetti dubbi di natura costituzionale posti da tale previsione della legge di bilancio 2019.
Anche Cassa Forense ha detto la sua per il tramite del proprio Presidente Nunzio Luciano, per il quale il provvedimento è una vera e propria vergogna, che rischia di costare 200milioni di euro e che compromette la stabilità a 30 anni richiesta alle Casse previdenziali.
Luciano, quindi, adotta la linea dura, chiarendo che agli avvocati che dovessero decidere di utilizzare la nuova norma per sottrarsi dal pagamento dei contributi non verrà riconosciuta l'annualità. Diversamente, infatti, non si farebbe altro che mettere sullo stesso piano i legali che pagano da quelli che non lo fanno e ciò, per il Presidente, è inammissibile.
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