di Gabriella Lax - Anche per gli avvocati si aggrava la procedura europea per il riconoscimento delle qualifiche professionali. La procedura di infrazione mira a garantire ai professionisti di beneficiare a pieno del mercato unico per i servizi.
Riconoscimento qualifiche, anche gli avvocati nel mirino di Bruxelles
C'è anche l'Italia tra i 24 stati destinatari dei pareri motivati della Commissione Europea che costituiscono il secondo stadio della procedura d'infrazione, per l'inosservanza delle norme Ue sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Si tratta di una procedura d'infrazione per la non conformità della Direttiva 2005/36/UE, modificata dalla direttiva 2013/55/UE circa il riconoscimento delle qualifiche professionali con l'obiettivo di garantire la corretta attuazione delle norme dell'UE in materia di servizi e qualifiche professionali. Da Bruxelles sono partite anche due lettere complementari per la messa in mora
ad Estonia e Lettonia, per lo stesso motivo. Restano esclusi solo Repubblica Ceca e la Lituania. Nel caso del nostro Paese l'inosservanza delle norme Ue, finalizzate a facilitare l'esercizio delle professioni all'interno dell'Unione, riguarda in particolare avvocati insieme a infermieri, i farmacisti, i fisioterapisti, le guide alpine, gli agenti immobiliari. Adesso gli Stati membri hanno due mesi per rispondere agli argomenti sollevati dalla Commissione; in caso contrario, la Commissione può decidere di procedere con la procedura di infrazione. Altri guai economici che si sommerebbero, per il nostro Paese alle cifre molto esose che deve all'Unione: 547,58 milioni di euro per le multe che l'Italia ha dovuto versare all'Europa in ragione delle condanne irrogate dalla Corte di giustizia ai sensi dell'articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione.