di Gabriella Lax - Nonostante dubbi e polemiche l'Italia dice sì alla "Nuova via della seta". E lo fa grazie alla firma, avvenuta a Villa Madama, col presidente cinese Xi Jinping, del memorandum d'intesa tra Italia e Cina sul commercio elettronico e le startup. Da parte italiana il testo è stato firmato dal vicepremier e ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio.
L'Italia dice sì alla nuova Via della seta
Con la firma del memorandum il nostro Paese entra a far parte del grande progetto cinese della "Nuova via della seta" ossia Belt & Road Initiative (BRI) che ha come obiettivo riproporre una versione moderna ed aggiornata della via della seta, l'antica rotta dei mercanti verso l'Oriente. Stavolta cambiano i connotati che non risultano squisitamente geografici ma che vogliono essere un mezzo di comunicazione e cooperazione tra l'Occidente e la Cina. «Italia e Cina devono impostare una più efficace relazione» si augura il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte che poi aggiunge «L'incontro sia proficuo e ci permetta di guardare con rinnovato interesse" ai rapporti tra i due Paesi. Secondo il vicepremier firmatario Di Maio «Di Maio dal canto suo ha rimarcato che "per noi oggi è un giorno importantissimo, il giorno in cui vince l'Italia e il suo Made in Italy. Vincono le imprese italiane. Abbiamo fatto un passo per aiutare la nostra economia a crescere. Solo gli accordi firmati qui oggi in sostanza valgono 2,5 miliardi di euro - chiude il vicepremier- Accordi che hanno un potenziale di 20 miliardi di euro»·
I contenuti della "Nuova via della seta"
Come ricorda l'Agi, i contenuti della BRI sono indicati con, in generale, una "priorità della collaborazione" e si distinguono in: coordinamento politico, connessione dei servizi e strutture, mercato senza ostacoli, integrazione finanziaria
, legami tra singoli. La plasticità che caratterizza l'accordo è ricercata ed è funzionale alla bilateralità della natura della collaborazione. In realtà non c'è un modello di memorandum da applicare a tutti i Paesi, ma servono accordi bilaterali, sulla contrattazione specifica con i singoli Paesi per garantire benefici e vantaggi reciproci. In particolare, per la Cina e il nostro Paese gli accordi vanno dalla moda alle infrastrutture, dalla circolazione di beni al turismo, dalla storia alla cultura alla cooperazione scientifica, ai prodotti alimentari ecc. e saranno oggetto di ulteriori accordi specifici.Leggi anche Nuova via della Seta: cos'è e i nodi da sciogliere
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