di Gabriella Lax - Chi acquista un materasso ha diritto ad essere risarcito se non trova di suo gradimento il prodotto anche se ha tolto la pellicola di protezione. A questa conclusione è arrivata la Corte europea di giustizia con la sentenza C-681/17.
I fatti
Il caso di specie ha come protagonista il signor Sascha Ledowski acquirente su internet di un materasso dal sito della società tedesca, Slewo. Tolta la pellicola e accortosi di essere insoddisfatto dell'acquisto per la qualità della merce, l'uomo decise di restituire il materasso alla compagnia, che però rifiutò il reso, motivando la decisione sulla presunzione che il materasso facesse parte di quei "beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna".
Ledowski si appella alla Bundesgerichtshof (Corte federale di giustizia tedesca), che rimette la questione nelle mani della Corte europea. Per i giudici di Lussemburgo, la rimozione da parte del consumatore della pellicola protettiva da un materasso acquistato su Internet non impedisce a questi di esercitare il proprio diritto di recesso.
Diritto di recesso anche per i materassi
Una preoccupazione in meno per i consumatori: il materasso, in sostanza, viene trattato alla guisa degli abiti, negli acquisti online. Il diritto di recesso dei consumatori in caso di acquisto online è ora applicabile anche ad un materasso la cui pellicola protettiva è stata rimossa dopo la consegna. Per la Corte di giustizia il materasso viene considerato come i vestiti: allo stesso modo, dunque, l'apertura del rivestimento non prova la possibilità da parte del negoziante di poter vendere di nuovo il bene in seguito ad un'ulteriore procedura di disinfezione e pulitura, senza compromettere così le esigenze di protezione della salute e igieniche dei compratori. C'è però un'eccezione: il prodotto non potrà essere reso nel caso in cui la rimozione della pellicola del materasso possa compromettere la sanità e l'igiene dello stesso.
Scarica pdf sentenza Corte Ue C-681/17• Foto: 123rf.com