di Gabriella Lax - Prenderà il sopravvento nei prossimi anni la green economy. Secondo il rapporto di Censis e Confcooperative "Smart & green, l'economia che genera futuro", da oggi al 2023 ogni cinque nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia, uno sarà generato da aziende eco-sostenibili operanti nell'ambito dell'economia verde.
Numeri che vanno oltre il 50% in più della crescita lavorativa del digitale che, invece, non riuscirà ad andare oltre 214 mila nuovi occupati.
Economia verde, 500mila posti di lavoro fino al 2023
Nell'analisi si evidenzia che si sta viaggiando verso un'economia pulita che sta determinando cambiamenti strutturali nell'occupazione dei paesi avanzati e in quelli emergenti.
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A tal proposito le dichiarazioni di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative: «Nel 2017 - chiarisce - la stima economica degli effetti disastrosi di eventi collegati al cambiamento climatico ha raggiunto i 290 miliardi di euro. In uno scenario di ulteriore riscaldamento, le stime convergono su una media annua compresa fra i 120 e i 190 miliardi di euro. Evitare tali costi, potrebbe incrementare, entro il 2050% il Pil dei paesi G20 del 4,7% netto».
Se si esaminano le stime di crescita del Pil italiano, elaborate dal Fondo Monetario Internazionale, il Sistema Informativo Excelsior prevede che, fra il 2019 e il 2023, il fabbisogno complessivo di nuova occupazione possa raggiungere i 2 milioni e 542mila unità, con un tasso medio annuo di crescita, nel periodo considerato, pari al 2,21%.
E sono ancora i numeri a dire che scomponendo il dato per competenze, filiere e settori, l'occupazione in ambito ecosostenibile (green skill, sviluppo dell'economia circolare, ecc.) coprirebbe una quota pari al 18,9% sul totale del fabbisogno generato fino al 2023.
In termini assoluti, il volume di lavoro attivabile con questo profilo di competenze sarebbe pari a 481mila unità (poco meno di 100mila unità annue). Il digitale - che rappresenta l'altro grande trend innovativo per le competenze richieste - presenta un fabbisogno complessivo di 214mila occupati, mentre la filiera "salute e benessere" svilupperebbe, al 2023, circa 324mila occupati, con un valore medio annuo di 64mila unità.
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