di Gabriella Lax - Casco, targa e assicurazione obbligatori, divieto di andare contromano. In bici (versione normale o elettrica) si dovrebbe circolare quasi come se si viaggiasse in scooter secondo il disegno di legge firmato dal senatore Andrea De Bertoldi (Fratelli d'Italia) che modifica le norme sulla circolazione dei velocipedi.
Bici: cosa prevede il ddl
Il disegno di legge proposto introduce: un contrassegno apposto sul telaio, da applicare sui lati o posteriormente, oltre a una targa posteriore, contenente i dati di immatricolazione, l'obbligatorietà di indossare il casco protettivo durante la circolazione delle biciclette, l'espresso divieto, all'interno dei centri abitati, della loro circolazione in senso opposto a quello di marcia degli altri veicoli, ed infine, l'obbligo dell'assicurazione di responsabilità civile.
Tutte norme che, da un lato, servirebbero a contrastare i furti e, dall'altro, a responsabilizzare i ciclisti.
Il testo andrebbe a modificare il decreto legislativo 1992, n. 285 in materia di circolazione dei velocipedi e la ratio della novella muove dalla recente diffusione delle bici elettriche. Non si comprende però quali bici con batterie sarebbero oggetto di valutazione: se quelle a pedalata assistita (che sono le più diffuse) o quelle a batterie. «È davvero un tema urgente - ha commentato lo stesso Bertoldi - considerando che l'attuale normativa è troppo lacunosa sia sul piano della sicurezza e sia su quello della condotta dei ciclisti. Inoltre, dinanzi alla diffusione di bici elettriche c'è l'esigenza di una normativa più severa e stringente che disciplini il fenomeno, mentre l'introduzione della responsabilità civile consentirà di ridurre il peso sui cittadini a causa dei furti e dei sinistri causati proprio dalle stesse biciclette, tutelando al contempo gli interessi dei pedoni e dei ciclisti, troppo spesso protagonisti di atteggiamenti irrispettosi della legge in tema di circolazione stradale».
Il disegno di legge è ancora in discussione ma i ciclisti iniziano ad essere preoccupati, non tanto per la rigidità delle norme piuttosto per le spese a cui dovrebbero andare incontro per adeguarsi alla normativa.
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