di Gabriella Lax - Andrea Mascherin, dell'Ordine degli Avvocati di Udine, Distretto Corte di Appello di Trieste, è stato confermato presidente del Consiglio nazionale forense. Accanto a lui i nuovi componenti del Cnf in carica sino al 31 dicembre 2022: vicepresidenti Giuseppe Picchioni (foro Bologna) e Maria Masi (foro di Nola), consigliere segretario Rosa Capria (foro di Pisa), tesoriere Giuseppe Iacona (foro di Caltanissetta).
Avvocati: obiettivi e progetti del "nuovo" Cnf
Tra i cavalli di battaglia di Mascherin ci sono l'avvocato nella Costituzione, la riforma del diritto penale finalizzata al reinserimento del condannato, il potenziamento dei riti alternativi e il ruolo sociale dell'avvocatura.
A proposito del primo tema, in particolare, la proposta avanzata dal Consiglio nazionale forense sul rafforzamento del ruolo dell'avvocato in Costituzione prevede una modifica dell'art. 111 della Carta fondamentale, così da prevedere la libertà e l'autonomia del professionista e la necessità della difesa tecnica. Il progetto riconosce il ruolo pubblicistico svolto dell'avvocatura, ma nel rispetto della natura libera della professione forense.
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A tal proposito, dichiara Mascherin al Sole24Ore, «obiettivo principe è l'inserimento dell'avvocato nella Costituzione, nel riconoscimento dei principi di libertà e indipendenza. Un traguardo, sul quale c'è un accordo trasversale da parte di tutte le forze politiche, che contiamo di raggiungere in tempi brevi». Inserire l'avvocato nella norma sul giusto processo «sarà possibile con un disegno di legge di iniziativa governativa o parlamentare».
E, sul ruolo dei giovani, il presidente promette formazione rafforzata, per ampliare le prospettive professionali nelle aree quali il diritto internazionale alla privacy, la concorrenza, al digitale.
Quanto all'equo compenso: «È una norma a volte disattesa - spiega Mascherin - dai clienti forti come dalla Pa: emblematico il bando del Mise che cercava consulenti a costo zero».
Sui tavoli di riforma dei codici penale e civile: «I risultati sono soddisfacenti e condivisi dal ministero, dall'avvocatura e dai magistrati. Vengono salvaguardate le prerogative della difesa, mentre sul fronte penale sarebbe necessario allontanarsi dall'idea della pena afflittiva come unico rimedio». Invece, per quanto riguarda il processo civile servirà potenziare i riti alternativi: mediazione, arbitrato e negoziazione per ottimizzare l'accesso alla giustizia.
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