di Lucia Izzo - Da aprile opererà il "taglio" alle pensioni ricalcolate a seguito dell'applicazione del nuovo meccanismo di rivalutazione all'inflazione introdotto dall'ultima manovra di bilancio. Per il conguaglio di quanto percepito in eccedenza nei primi tre mesi del 2019, invece, bisognerà probabilmente attendere giugno, dopo le elezioni Europee, così come per l'operatività del taglio alle c.d. pensioni d'oro.
Nonostante l'Inps sia al lavoro sulla circolare contenente le indicazioni operative e i termini per il conguaglio dei mesi passati, la pubblicazione avverrà solo nelle prossime settimane stante i rilevanti impegni che gravano in questi giorni sull'Istituto: oltre a star elaborando le pratiche di coloro che hanno scelto di aderire al regime di pensionamento via "Quota 100", c'è anche l'obiettivo di caricare entro aprile le prime card del reddito di cittadinanza.
Il ricalcolo delle pensioni
Dal mese prossimo, dunque, scatterà il ricalcolo delle pensioni con i nuovi parametri introdotti dalla legge di Bilancio 2019. I tempi della burocrazia, tuttavia, sono quelli che sono: la manovra è stata approvata solo a fine dicembre e l'aggiornamento alle nuove regole non è stato tempestivo. Di conseguenza, nei primi tre mesi dell'anno, l'Inps ha liquidato le pensioni utilizzando il più generoso meccanismo "per fasce" previsto dalla L. 388/2000.
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Le posizioni previdenziali interessate dal ricalcolo, stima l'Inps, sono circa 5,6 milioni, poco meno di un terzo del totale: se, per circa 2,6 milioni di esse, la variazione media mensile dell'importo lordo risulterà praticamente irrilevante (appena 28 centesimi lordi al mese), in altri casi si arriva anche a decine di euro al mese, fino a un massimo di circa 200 euro in alcuni casi. Grazie alla rivalutazione lo Stato sarà in grado di risparmiare 2,5 miliardi di euro in tre anni, somme che saranno utilizzate per finanziare altre misure, tra cui Quota 100.
Il meccanismo prevede sette fasce di importo costruite in base al valore del trattamento minimo (TM) mensile dell'anno 2018, pari a 507,42 euro. Per i trattamenti fino a tre volte il minimo (€ 1.522,26) la rivalutazione è piena (100%) e la percentuale di aumento è pari all'1,1%; l'indice di perequazione scende al 97% per i trattamenti oltre 3 e fino a 4 volte il trattamento minimo (oltre € 1.522,26 e fino a € 2.029,68). L'ultima delle sette fasce di perequazione con aliquote decrescenti, invece, prevede un indice fissato al 40% per i trattamenti oltre 9 volte il TM, ovvero oltre € 4.569,28 (in tal caso l'aumento si ferma allo 0,44%).
Rivalutazione pensioni: conguagli da giugno
L'Istituto, nella recente circolare n. 44/2019, ha confermato, non solo, la rivalutazione delle pensioni a partire dal prossimo mese con le nuove fasce e i nuovi parametri, ma anche l'intenzione di recuperare la differenza rispetto alle tre prime mensilità di quest'anno, calcolate ancora con il sistema concordato dai sindacati con i governi precedenti.
Il conguaglio, ovvero la restituzione di quanto percepito in eccedenza, non sarà tuttavia immediato: si tratterà probabilmente di un unico prelievo retroattivo per il quale sarà necessario attendere giugno, ovvero "strategicamente" dopo le elezioni Europee del 26 maggio.
Pensioni d'oro: tagli dopo le elezioni europee
Sarebbe fissato sempre a giugno, inoltre, anche il taglio delle c.d. pensioni d'oro, anch'esso previsto dall'ultima manovra di bilancio: si tratta di un'operazione che riguarderà i trattamenti più elevati, superiori a 100mila euro lordi l'anno, che sono in pagamento a non più di 24mila persone. Un "taglio" che dovrebbe assicurare quest'anno risparmi per 76,1 milioni di euro.
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Una clausola di salvaguardia garantirà che le pensioni colpite dal taglio non scendano mai sotto i 100.000 euro lordi annui. Inoltre ne sono escluse le pensioni interamente liquidate con il sistema contributivo. Il contributo di solidarietà (a partire dal 2019 e per la durata di 5 anni) prevede una riduzione a diverse aliquote, con un taglio tanto più consistente quanto maggiore è la pensione:
- 15% per la quota di importo da 100.001 euro a 130.000 euro;
- 25% per la quota da 130.001 euro a 200.000 euro;
- 30% per la quota da 200.001 euro a 350.000 euro;
- 35% per la quota da 350.001 euro a 500.000 euro;
- 40% per la parte eccedente i 500.000 euro.
Il contributo decorre ufficialmente dal 1° gennaio 2019, ma sarà dunque presumibilmente operativo da giugno. Di conseguenza, a partire dallo stesso periodo, l'Inps dovrebbe organizzarsi per trattenere gli importi accreditati in più nei primi mesi dell'anno, in mancanza di attuazione delle disposizioni previste dalla manovra, così come farà per effetto della nuova rivalutazione degli assegni.