di Annamaria Villafrate - Approvata in via definitiva la direttiva sul copyright. Una volta pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, gli Stati avranno due anni per recepirla. I lavori sono iniziati nel 2016. Ben tre anni quindi per elaborare la direttiva sul diritto d'autore a livello europeo. Esigenza che nasce dal divario esistente tra i colossi del web, Google e Facebook in testa e gli editori, privi del medesimo potere contrattuale, che finora hanno visto diffondere i loro contenuti, senza percepire alcunché. L'entusiasmo per il risultato non è stato però condiviso da tutti i paesi UE. Hanno infatti espresso voto contrario Italia, Svezia, Finlandia, Polonia, Olanda e Lussemburgo. Astenuti invece Slovenia, Estonia e Belgio. La Germania ha invece invitato la Commissione a non mettere filtri agli upload e a non introdurre censure ai contenuti.
Le principali novità della direttiva sul copyright
Polemiche, scontri e discussioni non hanno impedito l'approvazione del testo, che presenta, tra le altre, le seguenti principali novità:
- gli editori a stampa avranno la facoltà, non l'obbligo, di contrattare con le piattaforme il pagamento per l'utilizzo dei loro contenuti;
- una parte degli introiti suddetti dovrà essere condivisa con i giornalisti;
- riconosciuto il diritto di colmare il divario esistente tra i ricavi ottenuti dai colossi del web e il compenso offerto ai musicisti, agli artisti o ai detentori dei diritti;
- YouTube e Facebook saranno responsabili del materiale coperto da copyright non autorizzato caricato dagli utenti. Occorre precisare però che non sono previsti filtri, ma è richiesto a queste piattaforme di fare il massimo sforzo per non diffondere contenuti su cui non vantano alcun diritto;
- obbligatoria l'introduzione di procedure di reclamo rapide, da far gestire a persone e non ad algoritmi, per poter chiedere l'eliminazione contenuti protetti e non pubblicabili.
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