Avv. Barbara Pirelli - Quando si pensa all'amore sublime si pensa a Romeo e Giulietta la tragica storia d'amore composta da William Shakespeare tra il 1594 e il 1596.
Ma non tutti gli uomini sono Romeo, cavalier cortese che dedicava a Giulietta frasi come questa: "d'ora in avanti tu chiamami amore ed io sarò per te non più Romeo, perché mi avrai così ribattezzato".
In molte storie quello che può sembrare amore in realtà è una trappola emotiva in cui cadono molte donne e ,come raccontano i fatti di cronaca, una parte di esse resta vittima di un amore malato e paranoico.
Femminicidio: allarme sociale
Negli ultimi anni il fenomeno del femminicidio è diventato un vero e proprio allarme sociale al punto che qualche anno fa è stato necessario prevedere una legge ad hoc.
Con il termine femminicidio si intendono tutti i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa per motivi basati sul genere.
La legge sul femminicidio
Il dilagante fenomeno del femminicidio ha portato, dunque, ad introdurre nel nostro ordinamento la legge n. 119 del 2013 nota come legge sul femminicidio.
Lo scopo della legge è stato quello di rafforzare le forme di protezione previste in favore delle vittime. Nel fenomeno del femminicidio rientra sia la violenza fisica che la violenza psicologica; la violenza può essere manifestata attraverso vari comportamenti ad esempio insulti, ritorsioni sui figli, danneggiamento di oggetti personali ma anche tutte quelle condotte finalizzate a umiliare e sottomettere la vittima.
Tra le novità importanti di questa legge c'è l'introduzione della aggravante della relazione affettiva applicabile al reato di maltrattamenti in famiglia e a tutti i reati commessi in danno di donne e minori; vi è poi l'introduzione del braccialetto elettronico per chi è stato allontanato dalla casa familiare
Nel fenomeno del femminicidio rientra anche un'altra condotta criminale molto diffusa in questi ultimi anni; la condotta criminale in questione è il "revenge porn"(c.d. vendetta pornografica) che consiste nella pubblicazione sui social o nel web di video o fotografie a contenuti sessuali espliciti senza il consenso della vittima.
Anche questo fenomeno è diventato negli ultimi anni una vera e propria urgenza perché le donne colpite dalla vergogna di questo ignobile gesto o finivano per togliersi la vita oppure in altri casi il revenge porn era solo l'anticipazione di un omicidio.
Il ddl Codice rosso
Ad arginare il gravissimo fenomeno sociale il 2 aprile scorso la Camera dei Deputati, con 461 voti favorevoli e nessun voto contrario, ha approvato un emendamento relativo al d.d.l denominato "codice rosso" che prevede l'introduzione del reato di "Revenge porn" disciplinato dall'articolo 612 ter del Codice Penale.
Chi commette il reato di "revenge porn" è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5000 a 15.000 euro.
È stato anche introdotto un altro reato quello denominato: "Deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso" che è punito con la reclusione da otto a quattordici anni.
Il dolore del silenzio: il libro sul femminicidio
In questi ultimi anni si è scritto tanto sul fenomeno delinquenziale del femminicidio e tra i vari contributi letterari sul tema sicuramente merita un cenno particolare "Il dolore del silenzio" Edizioni Mea di Antonio Esposito ed Enrico Pentonieri, una raccolta di storie di donne che hanno subito violenza, soprusi e morte.
Le varie storie sono raccontate da 21 autori che nella vita svolgono attività diverse dal regista al giornalista, dal commercialista all'insegnante. Ognuno di loro ha cercato di raccontare la storia di una donna finita nel meccanismo di un amore malato, come l'autrice Maria Passante che che nella sua poesia dal titolo "Smettila di chiamarlo amore" dice: - sono gli stessi che taggavi nelle foto con il filtro floreale ora sono gli stessi in prima pagina sul giornale. Uccisa con un pugnale -.
E ancora l'autrice Maria Rosaria Conte nel suo racconto "Lucia" dice: "L'ultima volta che l'aveva vista lamentarsi Lucia era finita in ospedale. Aveva la scapola rotta e qualche costola incrinata.Per riprendersi c'erano voluti mesi. All'ospedale lui era stato così convincente, così amorevole che a nessuno era venuto in mente di indagare su quella strana caduta."
Nel racconto l'"Anoressia dell'anima" l'autrice Geltrude Vollaro parla di Letizia e la descrive così: "si rannicchiava sul divano, sul lato sinistro, con le ginocchia incastrate nelle costole, i piedi uniti attaccati ai glutei. Una posizione fetale la sua, protetta dal plaid tirato fin sopra l'orecchio destro. A vederla così sembrava per spessore non il corpo di una donna ma l'involucro di un'anima perduta, volatile".
Con questo libro gli autori hanno voluto dare voce al silenzio di tante donne che nascondono il loro dolore quotidiano; una buona occasione letteraria per riflettere sulla vita sfortunata di alcune donne.
Il libro può essere ordinato sul sito delle Edizioni Mea
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