di Lucia Izzo - Scegliere a quale istituto affidarsi per l'apertura di un conto corrente non è semplice e spesso, nonostante siano pubblicizzati conti a "zero spese", questa informazione si rivela inesatta. Negli ultimi tempi, infatti, non è aumentata solo la concorrenza, ma anche l'importo delle varie voci di costo.
- Conti correnti: l'indagine di Bankitalia
- Conti correnti: lievitano i costi
- Affrontare i costi nascosti dei conti correnti
Conti correnti: l'indagine di Bankitalia
[Torna su]
La Banca d'Italia svolge annualmente un'indagine proprio sull'onerosità dei conti correnti delle famiglie, volta a rilevare gli oneri e le commissioni effettivamente addebitati alla clientela nel corso dell'anno.
Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2017 e l'indagine è stata condotta su un campione composto da oltre 14.000 conti riferibili a 670 sportelli a cui si aggiungono circa 850 conti on line, rivolti cioè a clienti che utilizzano in via prevalente canali alternativi allo sportello fisico.
Nel 2017 la spesa media di gestione dei conti correnti bancari è stata pari a 79,4 euro con un aumento di circa 1,8 euro rispetto all'anno precedente. La crescita deriva principalmente dai canoni di base e, in misura meno rilevante, dai canoni per carte di credito e di debito; la componente variabile della spesa è rimasta pressoché stabile.
La spesa di gestione dei conti correnti on line è stata pari a 15,3 euro (0,6 euro in più rispetto all'anno precedente), mentre per i conti postali la spesa di gestione si è attestata a 49,8 euro, per un incremento complessivo di 2,1 euro.
Le commissioni per la messa a disposizione dei fondi applicate sulle aperture di credito in conto corrente sono rimaste stabili intorno all'1,6% del credito accordato; le commissioni unitarie di istruttoria veloce (CIV), applicate sugli sconfinamenti, sono diminuite per i conti affidati (da 25,5 a 22,4 euro), rimanendo invariate per i conti non affidati (intorno a 19,3 euro).
Conti correnti: lievitano i costi
[Torna su]
A confermare una tendenza al rincaro relativa alle operazioni effettuate sui conti correnti giungono anche alcune rilevazioni effettuate dall'Osservatorio SosTariffe.it. L'analisi prende le mosse dai costi che i clienti delle 17 principali banche italiane devono sostenere per usufruire delle principali funzionalità del conto corrente, rilevanti a gennaio 2019. Questi dati vengono poi messi a confronto con quelli rilevati a settembre 2018.
Per approfondimenti: Conti correnti: lievitano i costi
Gli incrementi per le banche online
La rilevazione dimostra un notevole incremento dei costi di gestione anche per i clienti delle banche online, ritenute tradizionalmente più convenienti: il costo medio annuale del conto attivato online (istituti con poche o nessuna filiale sul territorio) è aumentato del 38,34%.
Anche la spesa di tenuta del conto si ritrova maggiorata, da 32,75 a 45,26 euro, e chi svolge molte operazioni di Internet banking si ritrova fare i conti con una spesa più onerosa (+6.4%). I rincari colpiscono soprattutto famiglie (+41,9%) e coppie (+40,9%), ma non risparmiano anche i single (+30,3%).
Le operazioni maggiormente interessate dai rincari sono i costi dei singoli assegni, passati da 0,03 a 0,09 euro (+214%), il canone annuo della carta di debito (+111%), i bonifici online (da 0,11 Euro a 0,22 Euro), i costi dei versamenti di contanti e assegni (+50,88%) e i prelievi ATM da altre banche (+49,67%).
Gli incrementi per le banche tradizionali
Per quanto riguarda le banche tradizionali (istituti di credito con molte filiali sul territorio) un'impennata dei costi si registra per le operazioni telematiche e l'utilizzo online (+6.45%) che va a svantaggio soprattutto di coppie e le famiglie (rispettivamente +8,15% e +8,06%) e solo marginalmente dei single (+1,64%). Minore, invece, l'incidenza delle operazioni in filiale (in media +3.21%).
Maggiorato anche il costo del canone annuo (+32,98%) che passa dai 28,80 euro di settembre a 38,30 euro a gennaio. Unica eccezione, ovvero una riduzione dei costi, si registra per i bonifici disposti allo sportello (-7.11%) e per il prelievo contati in filiale (-0.24%).
Affrontare i costi nascosti dei conti correnti
[Torna su]
A dare consigli per destreggiarsi tra i c.d. "costi nascosti" dei conti correnti, ci ha pensato l'Unione Nazionale Consumatori con un articolo sul proprio portale. Il testo rammenta che i vantaggi promessi da alcuni istituti bancari (ad es. tassi agevolati, conti a costo zero e così via) non sempre hanno una durata illimitata. Ciò significa che il cliente potrebbe trovarsi ad affrontare esborsi non inizialmente preventivati o, addirittura, annunciati.
In primis, l'UNC suggerisce di controllare l'Indicatore Sintetico di Costo (ISC) comunicato nell'informativa periodica di fine anno: questo offre una visione complessiva del costo totale di gestione del conto, comprese tutte le spese e le commissioni addebitate a un cliente-tipo nel corso dell'anno, al netto degli interessi e delle commissioni su eventuali scoperti di conto corrente.
Ma l'attenzione che i clienti, soprattutto quelli di lunga data (poiché le condizioni maggiormente competitive vengono proposte ai nuovi), devono porre sui costi di gestione del proprio conto non si esaurisce qui: l'UNC consiglia di leggere attentamente il contratto poiché qui è facile scovare quelle clausole che rendono oneroso il conto. In particolare è utile soffermarsi su alcune voci spesse soggette ad aumento (bancomat, libretto assegni, carta di credito).
Ancora, si suggerisce di non sottovalutare le modifiche unilaterali del contratto da parte della banca con aumento dei costi di gestione del conto corrente: in tal caso, infatti, la banca è tenuta a informare il cliente almeno 2 mesi prima per consentirgli di recedere (senza oneri) e passare eventualmente ad altro istituto. Le modifiche, si rammenta, per essere legittime devono essere motivate.
• Foto: 123rf.com