di Gabriella Lax - Non sono solo gli avvocati ad abbandonare la professione e non è solo la facoltà di giurisprudenza a vedere diminuire i numeri degli iscritti. Dagli architetti ai commercialisti le professioni storiche hanno perso appeal considerati i drastici cambiamenti nel numeri delle iscrizioni.
Calano i numeri delle professioni storiche
Gli ultimi numeri, come riporta il Sole 24 Ore, erano stati rilevati nel rapporto sulle professioni nell'università che l'Agenzia per la valutazione della ricerca universitaria (Anvur) ha realizzato l'anno scorso e che esaminava le statistiche disponibili fino al 2015. Ad essa si sommano i dati del Miur aggiornati al 2017. Le eccezioni sono poche: in testa i medici chirurghi, che nell'ultimo quinquennio hanno visto salire gli abilitati da 6.712 a 8.696, poi gli assistenti sociali passati da 1.417 a 1.554 e ancora gli ingegneri civili e ambientali che sono cresciuti da 4.718 a 4.915. Invece, la stragrande maggioranza delle 36 professioni censite vede prevalere il segno meno. Cala il numero di abilitazioni dei biotecnologi agrari (-88,9%) e dei conservatori dei beni architettonici e ambientali (-86,7%). Ma il vero tracollo riguarda i dottori commercialisti: nel 2013 erano 3.612; nel 2017 sono diventati 2.184. Idem per gli ingegneri industriali, con i promossi all'esame di Stato che scendono da 3.824 a 2.879. E, dall'altro, per gli architetti, che nell'arco di un quinquennio perdono 765 abilitati. Variano i numeri degli psicologi (4.907 nel 2017) che risultano in aumento se il confronto avviene rispetto al 2013, ma diventano in calo se ci sposta sul 2016.
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