Il fatto di aver riportato una condanna penale non può costituire elemento sufficiente per l'espulsione di un extracomunitario. Lo ha stabilito la prima sezione civile della Corte di Cassazione (sentenza n. 12721/2002) mettendo così in guardia dalle espulsioni ?troppo facili?. Gli immigrati, secondo la Corte, possono sbagliare come tutti, ma se alla fine si rifanno una vita non c'è motivo per non farli rimanere in Italia. E' stato così sospeso il decreto di rimpatrio emesso nei confronti di un uomo che era stato condannato per contrabbando ed atti osceni ma che alla fine aveva cambiato vita e trovato un lavoro onesto per mantenere la sua famiglia. I Giudici di Piazza Cavour hanno sottolineato che in tali fattispecie, per valutare la pericolosità sociale ai sensi delle leggi di pubblica sicurezza occorre un accertamento rigoroso che non può fondarsi su sospetti o presunzioni e che deve tenere conto in modo globale della personalità del soggetto così come risulta da tutte le manifestazioni sociali della sua vita. Tale pericolosità inoltre deve rivestire il carattere dell'attualità.
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