di Gabriella Lax - Il caso clamoroso dell'attacco al sistema del processo telematico, con la violazione delle caselle PEC di oltre 50.000 avvocati italiani pone tanti interrogativi sulla sicurezza dell'attuale conformazione del processo telematico.
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A proporre un'articolata soluzione ci pensa l'Aiga (Associazione italiana giovani avvocati).
- Aiga dopo l'attacco alle pec degli avvocati
- Processo telematico: deposito con upload
- Aiga, la proposta per risolvere i problemi legati alla pec
Aiga dopo l'attacco alle pec degli avvocati
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La prima domanda che pone l'Aiga è «come mai il legislatore non abbia previsto l'utilizzo, da parte degli avvocati, di PEC direttamente gestite dal Ministero della Giustizia?». Una decisione che avrebbe «reso più chiara l'applicazione di quella norma che prevede l'autorizzazione al deposito cartaceo in caso di malfunzionamento dei sistemi informatici del dominio giustizia, e quindi anche della casella PEC, poiché appunto afferente al dominio giustizia, così come avrebbe permesso alla Direzione sistemi informativi automatizzati del Ministero un'effettiva verifica del malfunzionamento stesso». In ogni caso è chiaro che serve una norma che preveda uno strumento alternativo per il deposito degli atti, anche in caso di malfunzionamento della casella PEC.
Processo telematico: deposito con upload
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La soluzione fornita, ormai un anno fa, da Aiga prevedeva l'individuazione nel sistema di deposito mediante upload diretto sul portale PSTGIUSTIZIA, una valida alternativa alle PEC, proponendolo altresì come unico sistema di deposito in ambito civile, amministrativo e tributario, al fine di superare l'attuale frammentazione dei riti telematici.
«L'upload diretto degli atti e delle memorie - si legge nella nota Aiga - si andrebbe infatti ad inserire in una architettura informatica che già prevede l'autenticazione dell'avvocato da parte del server ministeriale, al fine della consultazione dei fascicoli; sarebbe quindi sufficiente implementare la stessa prevedendo la facoltà per l'avvocato non solo di consultare ma altresì di depositare direttamente nel fascicolo gli atti ed i documenti».
Aiga, la proposta per risolvere i problemi legati alla pec
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Un sistema in grado di risolvere altri problemi organizzativi legati al deposito a mezzo pec, ovvero: «si potrebbe prevedere un limite maggiore degli attuali 30 MB per il singolo deposito, superando quindi l'uso delle cosiddette buste concatenate, che risulta di improbabile utilizzo nel deposito degli atti introduttivi, in difetto del numero di R.G.; si potrebbe prevedere la possibilità di più upload successivi, gestiti direttamente dall'utente, in caso di documentazione estremamente voluminosa che superi anche il limite tecnico previsto per l'upload, superando il problema organizzativo per le cancellerie derivante dall'arrivo di più buste da ricondurre al medesimo fascicolo; si potrebbe avere immediata conferma del buon esito del deposito poiché il server emette una immediata ricevuta di protocollazione, che potrebbe contestualmente essere inviata a mezzo PEC al depositante ed alle controparti, risolvendo quindi i problemi legati alle valutazioni delle cancellerie in sede di conferma del deposito con l'invio della 4° PEC».
Entrando nei particolari tecnici: « Il tutto potrebbe essere ragionevolmente attuato grazie ad una maschera (form) XML open source che raccolga tutti i dati necessari al corretto instradamento dell'atto, come nel ben noto file DatiAtto.xml, esattamente come viene ora effettuato dai software di compilazione delle buste telematiche, superando altresì l'attuale limite, esistente nel PAT, dell'utilizzo di una tecnologia, quale il Portfolio PDF, di proprietà di ADOBE Inc». E, a questo punto, sarebbe il server ministeriale a fornire altresì adeguati livelli di sicurezza grazie all'uso di protocolli che prevedono la crittografia dell'operazione di upload. In sintesi: la pec potrebbe «divenire il sistema alternativo e residuale di deposito nei casi in cui il server ministeriale avesse dei malfunzionamenti, superando in tal modo anche le remore di chi afferma che l'upload diretto, in assenza di un'adeguata infrastruttura di connessione, potrebbe determinare il blocco del server stesso per i troppi accessi contemporanei. Da ultimo il passaggio ad un sistema di deposito tramite upload potrebbe essere una grande opportunità di risparmio per la PA che potrebbe, con l'occasione della necessaria riforma legislativa e regolamentare, adottare un'unica piattaforma software per il processo civile, amministrativo e tributario, pervenendo, allo stesso tempo alla tanto auspicata unificazione e semplificazione dei riti telematici».
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