di Gabriella Lax - Fare l'Erasmus non è solo un'esperienza di apprendimento e di scambio e conoscenza di lingue ma soprattutto un aiuto ai giovani per trovare lavoro più facilmente. La conferma arriva da un rapporto della Commissione Ue sul progetto Erasmus+.
Erasmus+, quasi l'80% dei laureati trova lavoro
Nello "Studio di impatto sul programma Erasmus+ per l'alta formazione" sono, in primis, i partecipanti a giudicare il programma europeo di scambio per universitari una valida "palestra" di vita prima ancora che di studio. Ma soprattutto di lavoro, considerando che quasi l'80% dei laureati in possesso di un'esperienza all'estero trova un posto entro tre mesi. Sono circa 2 milioni, secondo i dati riportati dal Sole24Ore, gli studenti e i dipendenti delle università che hanno partecipato ai progetti di scambio tra il 2014 e il 2018. Di questi il 72% attribuisce a Erasmus+ il merito di aver aumentato le possibilità di trovare un lavoro. E i numeri lievitano se l'analisi si basa sui dati del Sud Europa - e dunque anche all'Italia - salendo al 74 per cento. Da qui un effetto-sprint sui tempi medi tra la laurea e la prima occupazione: meno di tre mesi nel 79% dei casi (più un altro 10% che ci impiega invece tra 3 e 6 mesi) contro il 75% che serve invece ai laureati "non mobili". Tanti inoltre i benefici, gli ambiti di miglioramento grazie alle soft skills acquisite: da quelle digitali (che il 51% degli intervistati giudica progredite) e imprenditoriali (69%); dal problem solving (76%), dal pensiero critico (79%) e dalle lingue straniere (88%) e si arriva al terzetto in testa ai miglioramenti in generale ossia: nelle capacità relazionali, spirito di adattamento e conoscenza del paese ospitante, con numeri che arrivano al 91 per cento.
E, in ultimo, il numero di laureati impiegati in un paese diverso da quello di origine aumenta di anno in anno: si è passati dal 26% del 2015 al 28% del biennio 2016-2017.
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