di Gabriella Lax - Laddove non c'è un divieto allora tutto è concesso? Non funziona proprio così, soprattutto se sul piatto, ed è il caso di dirlo, ci sono le carni di cani e gatti, cosiddetti animali d'affezione. Evidentemente però ciò che a un primo esame potrebbe essere scontato in realtà tale non è se in questi giorni alla Camera si discute di due proposte di legge che mirano a vietare, e sanzionare, con reato ad hoc, la macellazione, il commercio e il consumo delle carni di cane e gatto.
- Carni di cane e gatto: reato venderle e consumarle
- Le sanzioni previste
- Divieto consumo carne gatti e cani: la proposta dei pentastellati
Carni di cane e gatto: reato venderle e consumarle
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La prima proposta di legge, a firma della deputata Brambilla assegnata alla commissione giustizia della Camera (sotto allegata) riguarda l'"Introduzione dell'articolo 544-bis.1 del codice penale, concernente il divieto di macellazione, commercio e consumo delle carni di cane e gatto".
«Benché non vi siano sostanzialmente prove del consumo di carne canina o felina in Italia - a dispetto di ciò che accade in Cina e in altri paesi orientali - se non alcuni casi sospetti e comunque sporadici, appare necessario introdurre il divieto esplicito di consumarle, assistito da opportune sanzioni penali, per riconoscere compiutamente il ruolo che questi animali d'affezione hanno assunto nella nostra società e per contribuire ad affermare tale divieto a livello internazionale» si legge nell'introduzione della proposta.
Al momento in Italia il divieto di importare carni di cane e gatto è stabilito dall'articolo 53 del regolamento di polizia veterinaria, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320. Ancora i prodotti che non hanno una storia significativa di consumo come alimenti nell'Unione europea prima del 15 maggio 1997 sono considerati «nuovi alimenti» e quindi, ai sensi del regolamento (CE) n. 258/1997 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 1997, ora sostituito dal regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, il loro uso in campo alimentare è assoggettato a una preventiva autorizzazione dell'Unione.
Il divieto di utilizzo delle carni di cane e gatto per uso alimentare discende da queste disposizioni, sulla cui base le autorità competenti possono procedere al sequestro delle carni, applicare le sanzioni e segnalare alla magistratura eventuali ipotesi di reato, come il maltrattamento di animali.
Già «il divieto di consumare carne di cane e gatto è da tempo vigente in Germania e in Austria, è stato recentemente approvato negli Stati Uniti d'America, a Taiwan e a Hong Kong ed è in discussione nel Regno Unito.
Le sanzioni previste
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L'articolo 1 del ddl introduce il divieto di macellare cani e gatti, di consumarne le carni e di commerciarle.
L'articolo 2 introduce nel codice penale il nuovo articolo 544-bis.1, che qualifica tali condotte come delitto punito con la reclusione da due mesi a un anno e con la multa da 2.000 a 50.000 euro.
La norma contiene l'importante clausola che, eccettuando il caso in cui il fatto costituisca più grave reato, consente comunque l'applicazione della fattispecie di cui all'articolo 544-bis del codice penale, ove ne sussistano gli elementi costitutivi.
Divieto consumo carne gatti e cani: la proposta dei pentastellati
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Alla Camera, l'altra proposta di legge riguarda il «divieto di macellazione e consumo delle carni di cane e di gatto». Stavolta a firmarla è il pentastellato Carmelo Massimo Misiti con l'obiettivo di colmare un vuoto giuridico.
Infatti, il regolamento per la vigilanza sanitaria delle carni, stabilisce che «la macellazione è consentita solo nei pubblici macelli e, a riguardo, si riferisce solo ai bovini, bufalini, suini, ovini, caprini ed equini. Quindi, si possono mangiare il manzo, il bufalo, la mucca, il toro, il maiale, il cinghiale, le capre, gli agnelli, le pecore e i cavalli - tuttavia, chiarisce Misiti nella relazione alla pdl - non fa riferimento ai leporidi e, se dovessimo ritenere l'elenco chiuso, non sarebbe legale mangiare coniglio e, allo stesso modo, dovrebbe essere vietato mangiare galline e polli». Di fatto, dunque, «non esistono norme che regolano le modalità di macellazione e di conservazione, ai fini della vendita, delle carni di cane e di gatto».
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