di Gabriella Lax - Facebook è pronto a lanciare la sua moneta e a offrire modi sicuri e accessibili per effettuare pagamenti digitali, indipendentemente dal fatto che gli utenti abbiano un conto corrente.
GlobalCoin è la moneta di Facebook
L'idea di Mark Zuckerberg è chiara: «Scambiarsi dei soldi dovrebbe essere facile come mandarsi una foto con il telefonino».
La nuova critptovaluta si chiamerà GlobalCoin e avrà un valore strettamente legato quello del dollaro. La GlobalCoin poggerebbe sulla blockchain, tecnologia inventata più di dieci anni fa, usata proprio per lo sviluppo di criptovalute come il bitcoin, che però non hanno davvero preso piede anche perché il loro valore cambia troppo bruscamente per farne uno strumento affidabile.
La Global Coin invece sarà ancorata al dollaro e sulla carta potrebbe davvero diventare la moneta principale del pianeta Terra. Ma perché Facebook potrebbe riuscire laddove le altre criptovalute hanno fallito?
La ragione, come spiega il New York Times, risiede nei numeri: i social «hanno un raggio d'azione che mette in ombra i finanziatori delle precedenti valute criptate. Facebook e Telegram possono rendere disponibili, in un istante, a centinaia di milioni di utenti, i portafogli digitali utilizzati per le valute criptate».
L'idea di Mark Zuckerberg sarebbe ormai risalente nel tempo, tuttavia, il fondatore di Facebook avrebbe chiesto consigli in merito a questioni operative e normative ai funzionari del Tesoro degli Stati Uniti e avrebbe poi incontrato anche il governatore della Banca d'Inghilterra, Mark Carney. Le nuove valute criptate organizzate tramite "social" renderebbero più facile il trasferimento di denaro tra paesi.
Non saranno poche le difficoltà che le monete digitali delle società di messaggistica si ritroveranno ad affrontare: sia dal punto di vista giuridico, sia da quello tecnologico.
In particolare: «La mancanza di un'autorità centrale sulle valute criptate - che sia un governo o una banca - innanzitutto, che le ha rese particolarmente utili alla criminalità e l'architettura delle reti informatiche che le gestiscono che rendono difficile gestire un numero significativo di transazioni».