di Annamaria Villafrate - I minibot sono al centro delle discussioni politiche degli ultimi giorni anche se il Ministro dell'economia ha precisato che non verranno emessi titoli di piccolo taglio per pagare i creditori delle Pubbliche amministrazioni. Un'azione simile, nonostante il pasticciaccio del voto unanime con cui è stata approvata la mozione che li contempla come strumenti di pagamento per sanare i debiti delle PA, rischierebbe non solo di aumentare il debito, ma anche di violare la disciplina europea che vieta la presenza monete parallele all'interno dell'Unione. Il PD nel frattempo arretra, scusandosi per l'errore del voto, dettato da una "svista" e gli esperti dicono la loro sui minibot, non sempre con toni negativi.
Minibot: cosa sono
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Partiamo intanto dalle definizioni. I Bot sono i Buoni Ordinari del tesoro, ovvero titoli con un taglio minimo di 1000 euro, con scadenza 3, 6 e 12 mesi e un tasso d'interesse ridotto rispetto a quello corrisposto agli acquirenti dei buoni pluriennali, con i quali condividono però la finalità: prestare denaro allo Stato.
Chiaro quindi che i "mini" bot, non sono altro che Bot, ma di piccolo taglio, con un valore minimo di 5 euro e fino a un massimo di 100.
Vantaggi
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I minibot, secondo la Lega, offrirebbero l'innegabile vantaggio di consentire alle PA di pagare i propri debiti verso le imprese private.
A favore della misura il professore universitario di Scienza delle Finanze Massimo d'Antoni, per il quale è necessario allontanare lo spauracchio dei minibot, che secondo lui potrebbero anche portare a un riallineamento del deficit e a una variazione del debito in positivo.
Secondo il professor Massimo Amato della Bocconi in effetti, questi minibot potrebbero agire positivamente sui debiti delle PA, soprattutto se venissero emessi sotto forma di voucher elettronici convertibili in euro a una data certa.
Svantaggi
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Lo svantaggio principale? Che questi minibot non farebbero che aumentare il debito dello Stato. Si tratta infatti di titoli che comunque, a fronte di un prestito che il sottoscrittore fa allo Stato, quest'ultimo deve pagare un interesse. Una sorta di circolo vizioso in cui per coprire il debito si contrae altro debito, con il rischio di aumentare quello già esistente, che in questo modo vedrebbe diminuire sempre di più la possibilità di una sua riduzione. Lo stesso Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia ha dichiarato "Sono sempre debito, non è di certo una soluzione al problema del nostro debito pubblico".
Il secondo svantaggio deriva dal fatto che l'emissione di "monete" parallele è vietata dalla normativa comunitaria. Conseguenza? Richiami, procedure d'infrazione, rischio di sanzioni e ancora più debito. Questo, a meno che, come sostenuto da politici ed esperti, l'obiettivo vero che sta dietro all'emissione del minibot, non sia l'uscita dall'euro. Del resto il leghista Borghi lo ha annunciato sui social spiegando che in effetti "I minibot sono un espediente per uscire dall'euro in modo ordinato e tutelato. Se uno si deve preparare all'uscita, deve prepararsi dentro le regole". Questo perché, a suo dire, ma contrariamente a quanto sostenuto da Banca d'Italia, l'emissione dei minibot non comporterebbe alcuna violazione delle regole imposte dall'UE.
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