di Gabriella Lax - Si potrà andare in pensione con 5 anni di scivolo, ma solo nel caso in cui si è maturato il diritto alla pensione di vecchiaia e il requisito minimo contributivo. Si tratta di una novità, che elimina la solidarietà espansiva e introduce il "contratto di espansione", contenuta in uno dei tanti emendamenti al decreto Crescita, approvato dalla commissioni Bilancio e Finanze della Camera e oggi in aula con il sì alla fiducia.
Pensioni, arriva lo scivolo di 5 anni
In precedenza la proposta di modifica prevedeva la possibilità «per i lavoratori che si trovino a non più di 84 mesi dal conseguimento della pensione», cioè 7 anni, di vedersi riconosciuto un'indennità «commisurata al trattamento pensionistico lordo» maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro (vedi anche Stop ai contratti di solidarietà espansiva).
La nuova normativa, che con la fiducia di oggi da parte di Montecitorio domani potrebbe diventare legge, dà la possibilità alle grandi aziende con più di mille lavoratori, all'interno di un processo di rinnovamento tecnologico, di incentivare l'uscita dei più anziani offrendo loro uno scivolo (che paga l'impresa) fino a 5 anni dalla pensione. A tal proposito è prevista la possibilità di ridurre l'orario degli altri dipendenti e fare assunzioni. Il maxi-scivolo di cinque anni potrà essere riconosciuto anche per il tramite dei fondi di solidarietà bilaterali, se già costituiti o in corso di costituzione, senza dover modificare i rispettivi statuti.
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