di Gabriella Lax - Sono in aumento i lavoratori obbligati al part-time. In Italia il numero dei lavoratori costretti ad accettare un impiego a orario ridotto è raddoppiato negli ultimi dieci anni. A farne le spese sono soprattutto le donne.
Costretti al part-time involontario
Negli ultimi dieci anni il numero dei lavoratori obbligati ad accettare un impiego a orario ridotto è più che raddoppiato (+107,8%), passando da 1,3 milioni del 2008 a 2,8 milioni dello scorso anno. Così i dati Istat elaborati da AdnKronos. A farne maggiormente le spese sono le donne che, contro la propria volontà, devono rinunciare ad incarichi lavorativi a tempo pieno: si tratta di 1,9 milioni, ossia il 69% del totale.
Il confronto è stato fatto con i dati del 2008, quando le donne con lavori part-time erano poco meno di un milione. L'attuale incremento arriva al 97,2%. Le donne che lavorano nel nostro Paese sono 9,8 milioni, di cui il 19,5% è in part-time involontario. Nel 2008 le donne lavoratrici erano 9,3 milioni e il part-time involontario ammontava al 10,1%. Per quanto riguarda gli uomini, l'aumento tra il 2008 e il 2018 è stato di quasi il doppio: da poco meno di mezzo milione a 855.000. Su un totale di 23,2 milioni di soggetti occupati, ben l'11% (più di una persona su 10) ha dovuto accettare un lavoro con meno ore. Dieci anni fa, il totale degli occupati era di 23,1 milioni, la percentuale è quasi raddoppiata; 10 anni fa il mondo del part time arrivava al 6,2% del totale degli occupati.
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