di Gabriella Lax - Vendevano assicurazioni online false, per questo motivo, il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza ha eseguito decine di perquisizioni nei confronti di un gruppo criminale specializzato in truffe telematiche e sgominando un giro d'affari da 700mila euro.
La truffa delle assicurazioni online
Le indagini sono state condotte dal procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco e coordinate dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal sostituto procuratore Christian Barilli, ed hanno consentito di individuare e di oscurare complessivamente 222 siti che proponevano assicurazioni online, contravvenendo alle prescrizioni imposte dal Codice delle assicurazioni private.
A seguito dell'inchiesta si è scoperto che i malviventi facevano sottoscrivere polizze auto temporanee, per una media di 200 euro a sottoscrittore. Ci sono già cinque le persone indagate per il reato di esercizio abusivo dell'attività̀ di intermediazione assicurativa e truffa aggravata ma il numero potrebbe aumentare, sono 74 infatti le persone identificate nel corso dell'operazione.
Con doppio svantaggio per i consumatori che, da un lato si vedono rubati i soldi per le assicurazioni false di auto e natanti (offerte a prezzi bassissimi), forniscono i dati personali utilizzati poi chissà per quali scopi illeciti e, soprattutto, rischiano serie multe perché sprovvisti della reale copertura assicurativa.
Ma come hanno fatto i criminali a truffare così tante persone? Il modus operandi, sfruttato da gran parte dei portali individuati per trarre in inganno gli utenti, prevedeva l'utilizzo indebito dei loghi delle più note compagnie di assicurazione presenti in Italia e l'indicazione di un numero Rui (Registro unico degli intermediari assicurativi) contraffatto, funzionale al raggiro.
A tal proposito, secondo i magistrati, per evitare di trovarsi coinvolti anche in campo assicurativo frodi e truffe, servirebbero normative simili a quelle delle banche, che "presidiano l'adeguata verifica del cliente" o ad esempio un "timbro doc dell'Ivass", l'istituto di vigilanza per le assicurazioni, "prima che queste possano operare e andare online".