di Annamaria Villafrate - Scandali universitari anche nel 2019, quasi una regola, che ogni anno si ripete nonostante la doppia selezione introdotta dall'ex Ministro Gelmini. Concorsi "truccati", cuciti su misura sul candidato prediletto ai quali il Ministro competente sta cercando di porre rimedio attraverso la previsione di controlli a campione sui bandi che, in caso di esito negativo, può portare all'annullamento del concorso. Un intervento necessario, visto che il problema del clientelismo universitario scoraggia e penalizza chi supera i concorsi solo grazie alle proprie capacità.
Da novembre controlli a campione sui bandi universitari
Dopo l'ennesimo scandalo sui concorsi universitari truccati, costruiti su misura sui candidati che "devono vincere", il Ministero annuncia che da novembre verranno eseguiti controlli a campione sul 10% delle procedure concorsuali, che potrebbero portare, in caso di irregolarità, all'annullamento del bando.
Addetta ai controlli sulla regolarità dei concorsi l'Agenzia Anvur, a cui sarà affidato il compito di verificare se esistono scostamenti evidenti e macroscopici tra i giudizi della Commissione esaminatrici e quelli dalla stessa effettuati. Per poter realizzare tutto questo però occorre un decreto ministeriale al quale sta lavorando Giuseppe Valditare, il Capo Dipartimento per la formazione superiore e la ricerca.
Il Ministro Busetti, attraverso questo sistema si pone l'obiettivo di restituire credibilità agli Atenei Italiani, dai quali escono studenti che tutto il mondo ci invidia ma che, a causa della poca trasparenza e degli imbrogli che ogni anno vengono messi a punto, ne stanno minando poco a poco la credibilità e l'autorevolezza a tutto danno di chi invece lavora onestamente e con impegno.
Ricordiamo brevemente che lo scandalo scoppiato il 28 giugno a Catania, che ha costretto il Ministro ad intervenire sui bandi degli Atenei, è quello che a fine giugno ha comportato la sospensione del rettore Francesco Basile (le cui dimissioni sono state accolte il 2 luglio) e di 9 professori. La punta dell'iceberg di un sistema che in realtà si estende alle sedi universitarie di tutta Italia, da Nord a Sud, isole comprese, come è emerso dall'inchiesta "Università bandita. Bologna, Milano, Trieste, Padova, Venezia, Verona, Firenze, Chieti-Pescara, Roma, Napoli, Catanzaro, Messina, Cagliari per un totale di 80 persone che a quanto pare avrebbero preso parte attivamente a questi episodi di corruzione.
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