di Gabriella Lax - Colf e badanti, famiglie sostituti d'imposta? Questa è l'ipotesi allo studio del Governo per far fronte all'evasione fiscale e anticipata nella "Nota di aggiornamento" al Def (Nadef) che precede la legge di bilancio.
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- Famiglie sostituti d'imposta, le ipotesi allo studio
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Colf e badanti, famiglie sostituti d'imposta?
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Al momento le famiglie che, per necessità di ogni genere, assumono colf e badanti non sono sostituti d'imposta. In sostanza non sono obbligate a trattenere le imposte in busta paga, ma sono colf e badanti a pagare le imposte dovute grazie alla dichiarazione dei redditi.
Il risultato è che, ad oggi, secondo i dati del Mef relativi all'economia sommersa (allegati alla nota di aggiornamento al Def) restano evasi 960 milioni di euro, non comprensivi di tasse addizionali regionali e comunali Irpef che portano la cifra ben oltre un miliardo di euro.
Da qui l'idea del governo di attuare le contromosse per evitare queste rilevanti perdite economiche.
Famiglie sostituti d'imposta, le ipotesi allo studio
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Ci aveva già pensato la Lega qualche mese fa, proponendo l'introduzione di una ritenuta ritenuta d'imposta pari al 10 o 20% sulle somme pagate ai lavoratori domestici. Per evitare di creare ulteriore caos nelle dichiarazioni delle famiglie si è pensato anche di stabilire l'applicazione della ritenuta contemporaneamente al versamento trimestrale dei contributi previdenziali.
Nel contesto, previsto dalla misura allo studio, colf e badanti vedrebbero nello stipendio una trattenuta delle ritenute versate dal datore di lavoro. Quindi le famiglie sarebbero obbligate a effettuare le trattenute mensili, da versare col modello F24 o altri metodi semplificati.
Assindatcolf: no a datore di lavoro domestico sostituto imposta
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Se tale manovra dovesse andare in porto inevitabile sarebbe il rischio rincari per i nuclei familiari. Proprio per questo motivo, Assindatcolf (Associazione Nazionale dei datori di Lavoro domestico) si oppone alle famiglie come sostituti d'imposta. "Sarebbe intollerabile - scrive l'Associazione sul suo sito - fare 'cassa' a spese delle famiglie che già oggi, in mancanza di adeguate leve fiscali e di un welfare efficiente, sono costrette a farsi carico di tutto il peso dell'assistenza, anche e soprattutto economico. Un onere destinato a crescere qualora il datore di lavoro domestico fosse reso sostituto di imposta poiché, oltre al versamento contributivo e alla retribuzione netta concordata con il lavoratore, la famiglia dovrebbe farsi carico di versare anche l'Irpef per il proprio dipendente».
Per questo «Chiediamo ai ministri competenti, Economia e Lavoro - prosegue - di avviare confronto sul tema del lavoro domestico, convocando un tavolo specifico per discutere in modo organico di come valorizzare il comparto, con meccanismi premianti come la deducibilità dei costi, e non di come continuare a penalizzarlo come nel caso del reddito di cittadinanza o nella, speriamo scongiurata, ipotesi di alzare il salario minimo orario. Il risultato sarebbe solo quello di incentivare il lavoro irregolare, nero e grigio».
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