di Gabriella Lax - Soffre di artrite reumatoide e, per alleviare il dolore, è costretto a far uso di cannabis terapeutica. Questo non è servito però ad evitare che Walter De Benedetto fosse denunciato dalle forze dell'ordine per detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Il suo appello, sostenuto dall'associazione Luca Coscioni, ha riacceso i riflettori sulla proposta di legge per la legalizzazione della cannabis:
- «Rischio il carcere per curarmi»
- L'appello al presidente Conte
- Proposta di legge sulla cannabis, a che punto siamo?
- Apmarr: «Uso terapeutico ma solo per alleviare il dolore»
«Rischio il carcere per curarmi»
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Proprio De Benedetto, sostenuto dall'Associazione Luca Coscioni, lancia un appello narrando la propria storia. L'uomo soffre di artrite reumatoide, malattia rara altamente invalidante che causa forti e costanti dolori. Qualche tempo fa, ha ricevuto la visita dei carabinieri perché in possesso di piante di cannabis, a lui utile per fini terapeutici, poiché la ASL di Arezzo non era in grado di garantirgli la quantità necessaria per la terapia per cui gli viene prescritta. Nell'occasione gli è stata sequestrata una mini-serra di marijuana composta da sole 9 piante, indispensabili per alleviare i dolori provocati dalla malattia.
L'appello al presidente Conte
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L'uomo che, per il gesto rischia adesso il carcere, ha inviato un appello al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri della salute e della difesa per chiedere un incremento della produzione di prodotti a base di cannabis e perché si arrivi alla legalizzazione della pianta per tutti i fini. «La mia è una storia di negazione del diritto alla salute e di accesso a terapie consentite nel nostro paese per, tra l'altro, curare il dolore grazie alla cannabis. Un dolore che non aspetta - spiega De Benedetto - Da anni ho trovato conforto terapeutico nella cannabis, ma da tempo non riesco a ottenere la quantità che mi occorre per affrontare il dolore che quotidianamente mi accompagna.
La scarsità dei prodotti è dovuta a una crescente domanda a cui l'Italia non è riuscita a corrispondere con la produzione nazionale o le importazioni. Siamo in migliaia a doverci confrontare tutti i giorni con questa mancanza, rispondendo come possiamo, arrangiandoci, spesso grazie alla solidarietà fattiva di amici e parenti o di associazioni, per non dovere soffrire le pene dell'inferno perché il dolore non aspetta».
Proposta di legge sulla cannabis, a che punto siamo?
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Mercoledì 23 ottobre, a piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati, De Benedetto ha manifestato insieme all'Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani, per chiedere ai Parlamentari di riprendere il cammino interrotto nella scorsa legislatura in merito alla legalizzazione della Cannabis.
La manifestazione è stata l'occasione per consegnare al presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, oltre 25.000 firme raccolte nel 2019 a sostegno della calendarizzazione della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis depositata alla Camera nel novembre 2016 con 68000 firme.
«Legalizzare la cannabis - dichiarano Marco Perduca, della direzione dell'Associazione Coscioni e Antonella Soldo, tesoriera di Radicali Italiani a margine della manifestazione - vuol dire eliminare i costi del proibizionismo che pesano sulle tasche e sulle vite di tutti gli italiani e togliere lavoro alla criminalità organizzata. E' incredibile che ancora venga strumentalizzato un problema così serio».
Tra le richieste dell'associazione: rimuovere gli ostacoli alla prescrizione della cannabis terapeutica; superare il monopolio pubblico della produzione di infiorescenze; richiedere studi medici sulla cannabis, a partire da quella made in Italy, favorire l'avvio di trial clinici; rilanciare tutte le attività necessarie per la calendarizzazione della proposta di legge l'iniziativa popolare legalizziamo; sostenere la raccomandazione dell'oms per la riclassificazione della cannabis nelle convenzioni internazionali e attraverso la promozione di un'iniziativa dei cittadini europei per la legalizzazione della cannabis.
Apmarr: «Uso terapeutico ma solo per alleviare il dolore»
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Sì alla cannabis terapeutica ma solo per alleviare il dolore. Ad affermarlo è l'Apmarr (Associazione persone con malattie reumatologiche e rare) a sostegno della battaglia civile di Walter De Benedetto.
L'associazione chiarisce però che la cannabis «non cura in alcun modo l'artrite reumatoide. Come specificato dall'Arthritis Foundation, il Cbd ha proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, ma questi effetti non sono stati validati in nessuno studio di qualità svolto su persone con artrite reumatoide. Non esistono neanche delle linee guida cliniche sull'utilizzo». E, inoltre, il consumo di cannabis a scopi terapeutici «deve sempre essere discusso in anticipo con il proprio medico, con valutazioni di follow-up ogni tre mesi circa, come si farebbe per qualsiasi nuovo trattamento».
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