di Gabriella Lax - Cambiano le pensioni ma, in alcuni casi si può parlare di vere e proprie "mance" in arrivo, poche briciole. Il dato certo, previsto nero su bianco nella manovra di bilancio all'esame del Senato, è che da gennaio gli assegni pensionistici vedranno delle integrazioni, per via della rivalutazione, ma in alcuni casi saranno veramente "mini".
Come cambiano le pensioni
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Come cambiano in proporzione le pensioni? Come prevede la manovra 2020, le integrazioni saranno scaglionate in base a sei differenti fasce o aliquote. In generale, nel caso delle pensioni fino a 4 volte il minimo la rivalutazione sarà del 100%, del 77% invece per gli importi fino a 5 volte il minimo, del 52% fino a 6 volte, del 47% fino a 8 volte, del 45 fino a 9 volte e solo del 40% per i trattamenti oltre 9 volte il minimo. Dal 2022, invece gli scaglioni scenderanno a tre con rivalutazione piena fino a 2.029 euro, del 90% tra 2.029 e 2.538, del 75% oltre questa cifra.
Aumentano di poco le pensioni minime
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Una crescita di pochi euro, nel caso delle pensioni minime che passeranno da 513,01 euro a 515,58, con un aumento dello 0,50 per cento, quanto il valore rilevato nelle stime dell'Istat sulla base dei dati medi dell'incremento del costo della vita a fine settembre scorso e proiettati per i restanti tre mesi del 2019 (vedi anche Pensioni: mini aumenti in arrivo). I sindacati sono già sul piede di guerra e parlano di "elemosina" come afferma il leader dei pensionati Cgil, Ivan Pedretti, mentre è confermata la manifestazione organizzata dalla Spi Cgil per il prossimo 16 novembre.
Pensioni: le altre novità in manovra
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Ad oggi, nel testo della manovra in Parlamento sono previste anche la proroga dell'opzione donna, l'estensione dell'Ape sociale anche a coloro che maturano i requisiti nel 2020 e l'ampliamento dell'elenco dei lavori considerati gravosi che danno diritto all'uscita anticipata dal lavoro.
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