di Lucia Izzo - La disciplina dei licenziamenti potrebbe presto cambiare radicalmente. In particolare, è l'abolizione del rito Fornero a sembrare imminente secondo le intenzioni del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, promotore di una generale Riforma della Giustizia.
La riforma della giustizia
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Quest'ultima, pronta ad approdare al Consiglio dei Ministri, pur riguardando in particolare il rito civile, inciderà anche sul rito del lavoro e, nel dettaglio, sulla Riforma Fornero. Questa, in materia di licenziamenti, ha introdotto un canale preferenziale per la trattazione delle cause in materia di licenziamenti, tuttavia applicabile ai soli casi di cui all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
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Le ipotesi a cui tale rito risulta applicabile sono dunque quelle di licenziamento disciplinare, discriminatorio e per motivi economici di lavoratori in aziende con più di 15 dipendenti. Il Rito Fornero, invece, non si applica ai licenziamenti nei confronti di coloro che sono stati assunti con contratti a tutele crescenti dal 2015 in poi secondo quanto previsto dal Jobs Act.
Licenziamenti: si torna al rito unico
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Tuttavia, affinché le intenzioni del Ministro Bonafede si traducano in proposte concrete, sarà necessario attendere l'accordo delle parti politiche. Certo, ad ora non è ancora chiaro come si giungerà all'eliminazione o al superamento del Rito Fornero, tuttavia, i principi da rispettare sembrerebbero essere quelli di semplicità e durata ragionevole del procedimento.
In pratica, abolendo il canale preferenziale introdotto dalla Fornero, si andrebbe a velocizzare i procedimenti e alleggerire il carico nelle aule di giustizia. Sembra plausibile che si torni a un rito unico del lavoro, come prima del 2012, senza alcuna eccezione o via preferenziale.
Nonostante il ritorno al passato, l'intento è comunque quello di far avere alle controversie in materia di licenziamenti una sorta di "priorità" rispetto agli altri tipi di cause in materia di lavoro, stante l'urgenza e la delicatezza delle questioni che coinvolgono la perdita del posto di lavoro.
Tale "preferenza" sarà però prevista direttamente dalla legge e non rimessa alla discrezionalità dei giudici.
Il superamento del Rito Fornero
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L'abolizione del rito Fornero, tuttavia, rischia di creare contrasti, nonostante da anni abbia poco convinto gli operatori del settore che ne hanno invocato il superamento.
Come rammenta il presidente dell'Agi (Avvocati giuslavoristi italiani), Aldo Bottini, intervenuto sul Sole 24 Ore, la richiesta era stata avanzata già diversi anni fa in quanto, "nell'esperienza applicativa, il rito speciale per i licenziamenti ha creato più problemi di quelli che si proponeva di risolvere, dando luogo a infinite dispute procedurali e creando di fatto un grado di giudizio in più, con relative complicazioni e aggravio di costi. Oggi, ha ancora meno senso, posto che si applica solo al licenziamento dei lavoratori assunti prima del Jobs act".