di Valeria Zeppilli - Il nuovo processo civile, alla luce del ddl Bonafede di recente approvato dal Governo, dovrebbe caratterizzarsi presto per la previsione di un rito unico, introdotto non più con atto di citazione ma con ricorso.
Vediamo più nel dettaglio in cosa consiste la novità:
- Riti civili: da tre a uno
- Addio all'atto di citazione
- Riforma processo civile: il ricorso è davvero la soluzione?
Riti civili: da tre a uno
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Il disegno di legge, innanzitutto, prevede l'abrogazione del procedimento sommario di cognizione e l'introduzione di un rito esclusivo e obbligatorio per le cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica (con l'unica eccezione dei procedimenti assoggettati al rito del lavoro), denominato "rito ordinario davanti al tribunale in composizione monocratica".
Contemporaneamente, stabilisce l'uniformazione del processo dinanzi al giudice di pace al procedimento dinanzi al tribunale in composizione monocratica.
Tutto ciò, in parole semplici, vuol dire che il rito ordinario, il rito sommario di cognizione e il rito dinanzi al giudice di pace diverranno una cosa sola, a seconda dei casi formalmente o sostanzialmente. Da tre riti civili, quindi, si passerà al rito unico.
Addio all'atto di citazione
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Caratteristica principale di tale rito unico è rappresentata dall'addio all'atto di citazione in vantaggio del ricorso, pensata al fine di abbreviare i tempi processuali.
Sostanzialmente, l'atto introduttivo avrà sempre la forma del ricorso e mai quella della citazione, con conseguenze tutt'altro che irrilevanti.
Basti considerare, a tale ultimo proposito, che, se l'atto di citazione è rivolto prima all'altra parte, che viene invitata a comparire in giudizio, e solo successivamente iscritto a ruolo e quindi posto all'attenzione del giudice e deve "decantare" 90 giorni prima che si svolga la prima udienza, il ricorso è rivolto direttamente al magistrato, il quale fisserà al primo giorno utile l'udienza alla quale le parti devono comparire. Solo una volta fissata l'udienza, la controparte viene messa a conoscenza del contenzioso.
Riforma processo civile: il ricorso è davvero la soluzione?
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Tuttavia, nonostante la portata della novità, ci sono diversi dubbi circa la sua idoneità a raggiungere l'obiettivo della velocizzazione dei processi. Del resto, chi può garantire che la prima udienza utile individuata dal giudice per dare inizio della causa sia davvero fissata prima dei 90 giorni che la citazione obbligava ad attendere?
Nessuno, anzi: tale data continuerà a essere il frutto di una scelta discrezionale, profondamente influenzata dalla mole di lavoro degli uffici giudiziari.
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