di Gabriella Lax - È italiana, si chiama Pinta ed è il primo cane in assoluto ad essere stato registrato in blockchain. La tecnologia delle catene è stata protagonista del progetto Fauna.life per la creazione di un'anagrafe canina indipendente, trasparente e immutabile per contrastare fenomeni come l'abbandono, il commercio clandestino, i maltrattamenti e le malattie genetiche.
Blockchain e pet economy
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La blockchain potrà essere applicata a tutti gli animali che hanno un microchip contribuendo a contrastare fenomeni come abbandono, commercio clandestino, malattie genetiche e maltrattamenti. A raccontare questa storia di pet economy ci pensa startupbusiness.it.
Blockchain e anagrafe canina
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L'idea riguarda alla cagnolina, che è un pastore australiano, è venuta a Irene Sofia, blogger ed istruttrice cinofila, e a suo marito Marco Crotta (tra i massimi esperti italiani del settore blockchain). L'intuizione è quella di utilizzare e le infinite possibilità del blockchian per realizzare la prima anagrafe canina indipendente basata sulla blockchain, Fauna.life. In questa anagrafe i cui dati permangono inalterabili nel tempo, hanno data certa e un proprietario/autore identificabile tramite firma digitale. I dati sono "permissionless" consentono di rendere disponibile ma non pubblica l'intera storia di ogni elemento inserito.
I vantaggi dell'intuizione
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Insomma una importante garanzia per essere certi che quello che viene immesso nelle transazioni verificate corrisponda esattamente alla veridicità del dato. I vantaggi riguardano la possibilità di una unificazione dell'anagrafe canina a livello nazionale e potenzialmente internazionale; la facilitazione degli spostamenti e delle adozioni tra Regioni diverse; e, soprattutto, ostacolo alla tratta dei cuccioli dall'Est Europa e contrasto al fenomeno del pet trade. Un tecnologia quella dell'anagrafe che potrebbe abbracciare non solo i cani, ma che può essere applicata a qualsiasi animale identificabile tramite microchip o altro sistema identificativo.
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