di Gabriella Lax - Arriva l'ok del Garante della privacy alle linee guida Anac che riguardano il whistleblowing. Tuttavia, secondo l'Autorità servono integrazioni per proteggere l'identità di chi segnala illeciti nella Pa.
Whistleblowing: le osservazioni del Garante
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Sono arrivate le osservazioni del Garante privacy (sotto allegate) in relazione alle "Linee guida in materia di tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza in ragione di un rapporto di lavoro, ai sensi dell'art. 54-bis del d.lgs. 165/2001, (il cosiddetto whistleblowing)", predisposte dall'Anac.
Per l'Autorità è necessario che vi siano ulteriori misure per proteggere l'identità di chi segnala riservatamente condotte illecite e quella dei presunti autori, e ancora serve delineare più precisamente i fatti che possono essere segnalati con il "whistleblowing" nella Pa, definire meglio il ruolo dei soggetti coinvolti.
Le linee guida Anac
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Le linee guida riguardano i datori di lavoro in ambito pubblico, ma contengono indicazioni per l'inoltro di segnalazioni da parte di dipendenti di imprese fornitrici di beni o servizi per la Pa e, ancora, specificano le misure tecniche di base che le pubbliche amministrazioni, titolari del trattamento dei dati, dovranno adottare ed eventualmente ampliare, tenendo conto degli specifici rischi del trattamento e nel rispetto dei principi di privacy-by-design e privacy-by-default. Il testo delle linee guida era stato inizialmente posto dall'Autorità anticorruzione in consultazione pubblica e poi integrato sulla base di una positiva collaborazione con il Garante per la privacy, così da rafforzare la tutela della speciale riservatezza dell'identità del segnalante e delle informazioni che facilitano l'individuazione di fenomeni corruttivi nella Pa.Tale collaborazione aveva portato anche a delineare meglio, ad esempio, il ruolo dei fornitori di applicativi e servizi informatici utilizzati per l'acquisizione e la gestione delle segnalazioni, nonché a proporre accorgimenti specifici per evitare la tracciabilità del segnalante.
Il parere condizionato del Garante
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Garante privacy ha rilasciato un parere favorevole, condizionato all'introduzione di una serie di modifiche indicate che possano evitare di compromettere la corretta gestione delle segnalazioni.
Questa scelta è stata operata anche in relazione agli esiti di attività ispettive avviate nel corso del 2019 proprio nei confronti dei principali soggetti (società informatiche, pubbliche amministrazioni) che trattano dati nell'ambito del whistleblowing.
Al fine di incrementare l'utilizzo e la fiducia in questo strumento, il Garante ha chiesto che sia meglio delineate le condotte segnalabili con il "whistleblowing", in modo da evitare che gli uffici che gestiscono le segnalazioni rischino di trattare illecitamente i dati delle persone citate, magari perché riferibili a casi non previsti dalla normativa anticorruzione.
Dovranno poi essere specificati meglio - seppure con alcune limitazioni a tutela dell'identità del segnalante - i diritti garantiti dalla normativa privacy anche all'autore del presunto illecito. Dovrà inoltre essere limitata al "responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza" la possibilità di associare la segnalazione all'identità del segnalante. Nel parere è indicato, tra l'altro, che occorre specificare meglio il ruolo svolto nel trattamento dei dati dai soggetti (sia interni all'amministrazione, sia esterni come l'Autorità giudiziaria e la Corte dei Conti) che possono conoscere le informazioni contenute nelle segnalazioni riservate.
Il Garante ha infine chiesto all'Anac di rafforzare nelle Linee guida le misure tecniche e organizzative necessarie per tutelare l'identità del segnalante, utilizzando, ad esempio, protocolli sicuri per la trasmissione dei dati, abilitando accessi selettivi ai dati contenuti nelle segnalazioni, ed evitando che la piattaforma invii al segnalante notifiche sullo stato della pratica, in quanto tali messaggi potrebbero consentire di svelarne l'identità.
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