di Gabriella Lax - Riforma dell'Irpef per abbassare la pressione fiscale soprattutto alla classe media. Questo è l'obiettivo del governo, come ha evidenziato il premier Giuseppe Conte, rispondendo alle domande dei giornalisti nella conferenza di fine anno a Villa Madama.
Addio alla flat tax
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Secondo il presidente del consiglio dei ministri tra i prossimi impegni dell'esecutivo c'è, in primis, la riforma dell'Irpef. Conte non parla più della flat tax, già tanto cara al leader leghista Matteo Salvini, perché, a suo avviso va rispettato il principio della progressività previsto dalla costituzione all'articolo 53.
Semplificazione degli scaglioni
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In particolare riguardo l'Irpef, afferma il premier «Pensiamo alla semplificazione degli scaglioni - ha spiegato il premier - e ad abbassare la pressione fiscale, rimodulandola soprattutto a favore della classe media». Quindi ridurre la pressione fiscale sui redditi che superano 28 mila euro e ora sono tassati al 38%. E il governo si impegna per il prossimo anno a trovare i 28 miliardi necessari per scongiurare l'aumento dell'Iva, così come previsto dalle clausole di salvaguardia.
Riduzione della pressione fiscale
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Un obiettivo condiviso con l'esecutivo poiché già lo aveva anticipato prima di Natale, durante un'audizione sulla legge di bilancio e sulla relativa nota di variazioni, presso la Commissione Bilancio della Camera, il ministro dell'Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri. «Nei primi mesi dell'anno nuovo avvieremo una riforma dell'Irpef per un fisco semplice e trasparente» ha sostenuto. Una riforma che si basa su alcuni elementi fondamentali: «riduzione del carico fiscale sul lavoro e sull'impresa, a partire dai redditi bassi e medi, semplificazione e salvaguardia piena del principio di progressività dell'imposta». Poiché, secondo il titolare del dicastero caratteristica della Manovra è la riduzione della «pressione fiscale rispetto agli andamenti tendenziali ma anche rispetto al risultato dello scorso anno, al netto delle misure di contrasto dell'evasione, degli interventi sui versamenti Isa e anche al netto dell'aumento dell'Iva. Avremo 7,1 miliardi di imposte in meno anche rispetto all'anno precedente e questi risultati sono ancora più significativi perché ottenuti in tempi strettissimi».
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