di Gabriella Lax - Il divieto di pubblicità vale anche per le sigarette elettroniche. A stabilirlo è il ministero della Salute, interpellato dalle associazioni di consumatori. In realtà la normativa esistente, nonostante le pronunce di tribunali, non tutela questo divieto. Da qui l'esigenza di intervenire legislativamente.
Serve un percorso legislativo
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Come si legge nella risposta del ministero (sotto allegata) che accoglie un ricorso di Codacons, che ha come oggetto "Esposti pubblicità sigarette elettroniche e nuovi prodotti del tabacco" serve un «percorso legislativo finalizzato all'aggiornamento della normativa che regola il divieto di pubblicità delle sigarette al fine di estenderlo anche alle sigarette elettroniche e ai prodotti di nuova generazione in modo da stabilire, in modo chiaro e unico, l'illiceità di ogni pratica pubblicitaria».
Era stata l'associazione dei consumatori a presentare un'istanza al ministero ed aveva richiesto un intervento urgente, supportato dalla denuncia della presenza di pubblicità relative a sigarette elettroniche, vaporizzatori e sigarette a tabacco riscaldato, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, nelle metro di molte città italiane, nonché su carta stampata, web e social network, violando così la normativa che vieta in assoluto qualsiasi pubblicità ai prodotti da fumo.
La pronuncia del tribunale di Roma
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Come ricorda il ministero, gli avvisi pubblicitari, sono stati diffusi su autobus e stazioni metro, veicolando un messaggio di promozione del prodotto e del suo utilizzo, nonostante «le autorità di polizia giudiziaria preposte alla tutela della salute pubblica (Comando carabinieri per la tutela della salute - NAS) hanno più volte elevato sanzioni amministrative, anche su segnalazione dello scrivente Ministero.
E, non è servita nemmeno la recente pronuncia, da parte Tribunale di Roma, «chiamato a giudicare in merito a un procedimento giudiziario promosso da un'associazione dei consumatori - e la relativa ordinanza emessa - in data 5 novembre 2019, con la quale ha imposto ad alcuni operatori economici del settore la rimozione di comunicazioni commerciali di sigarette elettroniche e liquidi di ricarica apposte su cartelloni pubblicitari proprio perché rientranti nelle tipologie vietate dall'articolo 21 del d. lgs. 6/2016». Il punto, secondo il dicastero, è che «pur a fronte di tali iniziative di contrasto, una non univoca interpretazione delle norme di riferimento da parte dei numerosi operatori commerciali presenti, determina la reiterazione di tali iniziative pubblicitarie». Da qui la necessità di una normativa unica e chiara.Esulta Codacons
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Dopo la risposta del ministero c'è l'esultanza di Codacons che, tramite il presidente Carlo Rienzi, evidenzia «Il Ministero della salute ci dà ragione su tutto, e chiarisce in modo definitivo come qualsiasi pubblicità ai prodotti da fumo e ai dispositivi di nuova generazione o sponsorizzazione di loghi legati ai produttori di tabacco, sia illegale». Ma il lavoro di Codacons non finisce qui. L'associazione presenterà una istanza ai Nas di tutta Italia affinché dispongano il sequestro delle pubblicità a e-cig, Iqos e altri prodotti analoghi, ed elevino sanzioni previste dalla legge per il mancato rispetto della normativa sul divieto di pubblicità al fumo.
Scarica pdf risposta Ministero Salute esposto Iqos