di Gabriella Lax - Il coronavirus accelera lo smart working con la previsione del "lavoro agile" nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri nei territori interessati dal contagio.
- Che cos'è lo smart working
- Smart working, applicazione automatica nelle regioni a rischio
- Il contratto di lavoro agile
Che cos'è lo smart working
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Il lavoro agile, si ricorda, è stato introdotto ufficialmente in Italia dal cd. Jobs Act autonomi (legge 81 del 2017).
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Si tratta di una particolare modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, che permette di svolgere la stessa, anche solo in parte, all'esterno dei locali dell'impresa. Non si tratta di un autonomo contratto di lavoro piuttosto di una diversa estrinsecazione dei contratti già previsti dal nostro ordinamento (part-time, contratto a tempo determinato, contratto a tempo indeterminato, etc.), che i dipendenti possono liberamente scegliere e che non può essere imposta dal datore di lavoro.
Secondo i dati dell'Osservatorio del politecnico di Milano, sarebbero circa 570mila i lavoratori coinvolti dallo smart working. In genere con almeno 2 giornate al mese che aumentano per le aziende che lo hanno avviato da più tempo.
Smart working, applicazione automatica nelle regioni a rischio
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Lavoro lontano dai luoghi di normale svolgimento. Il coronovirus ha causato anche questo. In particolare, le nuove normative fanno esplicito riferimento a due istituti lavoristici, smart working e cassa integrazione guadagni, che servono a limitare i disagi ad aziende e lavoratori coinvolti in questo momento di allerta. Il Dpcm del 23 febbraio 2020 (in allegato) per le zone di Lombardia e Veneto, nel far riferimento allo smart working ne prevede l'applicazione automatica «ad ogni rapporto di lavoro subordinato nell'ambito di aree considerate a rischio».
L'articolo tre prevede che «è applicabile in via automatica ad ogni rapporto di lavoro subordinato nell'ambito di aree considerate a rischio nelle situazioni di emergenza nazionale o locale nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni e anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti».
Il contratto di lavoro agile
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Il lavoro agile deve essere svolto nel rispetto della durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale ma, non essendo possibile misurare e definire il periodo di tempo esatto durante il quale il lavoratore presta la sua opera, il rischio è quello di una totale contaminazione dei tempi vita con i tempi lavoro.
Per tale motivo, è imprescindibile che nel contratto con il quale si concorda lo svolgimento di lavoro agile siano stabiliti i tempi di riposo e delle misure tecniche ed organizzative che assicurino il diritto alla disconnessione del lavoratore, ovverosia il suo diritto a non rispondere a mail o telefonate.
Le modalità di svolgimento di lavoro agile devono essere concordate tra le parti mediante contratto, da stipularsi per iscritto ai fini della regolarità amministrativa e della prova. Va disciplinata l'esecuzione della prestazione lavorativa in maniera smart, occupandosi anche delle forme di esercizio del potere direttivo e degli strumenti che il lavoratore utilizzerà. L'accordo dovrà stabilire tempi di riposo del lavoratore e le misure tecniche e organizzative che assicurino la disconnessione dello smart worker.
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