di Lucia Izzo - La macchina della giustizia non si è mai completamente fermata, nonostante il generalizzato "lockdown" provocato dall'emergenza Coronavirus e le diverse misure messe in atto dall'esecutivo per contenere i contagi. Tali restrizioni hanno inciso, non solo, sulle attività relative agli uffici giudiziari e sulle modalità di svolgimento delle udienze e delle varie fasi dei giudizi, ma soprattutto sul lavoro degli avvocati. Nei prossimi mesi spetterà ai capi degli uffici giudiziari adottare le misure ritenute necessarie e ciò non trova l'approvazione di tutti i professionisti, poiché molti hanno paventato i rischi di una mancanza di uniformità sul territorio nazionale (v. anche Giovani avvocati: "Necessaria una vera fase 2 per la giustizia").
- Indicazioni precauzionali
- Attività professionali e Fase 2
- Accesso allo studio
- Attenzione alla sintomatologia
- Arieggiare i locali e limitare le riunioni
Indicazioni precauzionali
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Intanto, in vista di una progressiva ripresa delle attività nelle prossime settimane, dall'Ordine degli Avvocati di Milano arriva un utile "vademecum" (qui sotto allegato) pensato appositamente per gli studi legali che sono pronti per la ripartenza.
Il documento, particolarmente significativo se si pensa alle difficoltà pregressa e attuali che si è trovata ad affrontare la Regione Lombardia a causa del Coronavirus, contiene diverse "indicazioni precauzionali per tutti i frequentatori dei locali dello studio per la fase 2 COVID-19"
Attività professionali e Fase 2
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Il COA meneghino prende le mosse da quanto previsto dal D.P.C.M. 26 aprile 2020 che, in ordine alle attività professionali, ha raccomandato che sia attuato il massimo utilizzo di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza. Il medesimo D.P.C.M. inventiva anche la concessione di ferie e congedi retribuiti per i dipendenti nonché degli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva.
Particolarmente importante appare la raccomandazione volta all'assunzione dei protocolli di sicurezza anti-contagio e il rispetto della distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale. Allo stesso modo si rappresenta l'importanza di attuare operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro.
Le indicazioni precauzionali proposte dal COA per i componenti dello studio partono dalle basi: bisogna assicurarsi che tutti i componenti dello studio siano edotti sulle regole contenute nella normativa emergenziale, con particolare riferimento alle regole dettate per la quarantena e, in generale, per lo stato di salute di ciascuno.
Accesso allo studio
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Particolare attenzione viene riservata alle modalità di accesso allo studio. In primis, si ritiene necessario entrare muniti di mascherina e lavarsi le mani subito con detergenti specifici. I guanti utilizzati all'esterno non dovranno essere utilizzati all'interno e la mascherina potrà essere tolta soltanto quando si è da soli nella propria stanza. In tutti gli altri casi si ritiene necessario indossarla.
Per recarsi in studio, inoltre, andrà privilegiato (ove possibile) l'utilizzo di mezzi privati oppure, nel caso di utilizzo di mezzi pubblici, si raccomanda di osservare i protocolli di sicurezza applicabili. Si consiglia anche di non utilizzare gli ascensori oppure, qualora ciò risulti indispensabile, farlo con una sola persona per volta.
Accesso inibito agli addetti alla consegna (corrieri, fattorini), i quali dovranno lasciare le consegne fuori dalla porta dello studio oppure fare riferimento al custode dello stabile.
Attenzione alla sintomatologia
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Stante le prescrizioni governative introdotte dal D.P.C.M. del 26 aprile, non è permesso accedere allo studio con con febbre pari o superiore ai 37,5 gradi, nonché in caso di tosse, dolori articolari/muscolari anomali o comunque uniti a febbre o tosse, così come in presenza di congiuntivite o disturbi al gusto o all'olfatto. In ogni caso di dubbio non ci si potrà recare in studio e si consulterà il proprio medico curante.
Arieggiare i locali e limitare le riunioni
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I locali dello studio andranno arieggiati il più possibile e comunque andrà attuata ogni più opportuna modalità che permetta il ricambio dell'aria. L'uso dei locali comuni (fotocopiatrici, bagni, cucina) dovrà essere effettuato con il rispetto delle più opportune norme igienico-sanitarie.
In ogni stanza dovrà essere sempre rispettata un'adeguata distanza fisica tra le persone, anche attraverso modalità di turnazione di presenze. Le parti comuni e le stanze dei professionisti devono essere sottoposte ad adeguata pulizia quotidiana.
Si invitano gli avvocati anche a limitare al minor numero possibile l'organizzazione di riunioni fisiche (in studio o fuori studio). Infine, resta salva la possibilità che lo studio adotti ulteriori misure per scongiurare la diffusione del virus, rivolte sia ai frequentatori abituali che ai visitatori.
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