di Valeria Zeppilli - Il 2020 sarà un anno di importanti novità nel campo del reverse charge, relative alla fatturazione elettronica.
La loro entrata in vigore è prevista per il prossimo ottobre, ma prima di analizzarle ricordiamo brevemente in cosa consiste tale meccanismo.
Cos'è il reverse charge
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Il reverse charge è un sistema di applicazione dell'Iva che ne determina l'inversione contabile.
Ove applicato, infatti, l'imposta sul valore aggiunto non deve essere pagata direttamente dal fornitore di beni o dal prestatore di servizi, come avviene normalmente, ma grava sull'acquirente/cessionario.
Per approfondimenti vai alla guida Reverse charge: cos'è e come funziona
Il codice fattura del reverse charge
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Nell'ambito della fatturazione elettronica, attualmente le operazioni mediante reverse charge sono identificate con il codice natura N6.
La fatturazione elettronica, infatti, prevede delle codifiche che permettono di individuare la natura delle operazioni che ne costituiscono l'oggetto.
Reverse charge: sottocodici 2020
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Dal 1° ottobre 2020, il codice N6 non basterà più, ma bisognerà individuare anche a quale dei nuovi nove sottocodici appartiene la prestazione resa e fatturata.
I sottocodici, nel dettaglio, sono i seguenti:
- N6.1 - cessione di rottami e altri materiali di recupero
- N6.2 - cessione di oro e argento puro
- N6.3 - subappalto nel settore edile
- N6.4 - cessione di fabbricati
- N6.5 - cessione di telefoni cellulari
- N6.6 - cessione di prodotti elettronici
- N6.7 - prestazioni comparto edile e settori connessi
- N6.8 - operazioni settore energetico
- N6.9 - altri casi