di Gabriella Lax - Resto al Sud, richiesta fondi anche via pec. La novità è contenuta nel decreto Rilancio, sarà possibile presentare le domande in questa modalità finché il sito di Invitalia non sarà aggiornato.
- Resto al Sud, com'è andata finora
- Decreto Rilancio, le novità per Resto al Sud
- L'obiettivo dell'intervento
Resto al Sud, com'è andata finora
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La misura, introdotta nel 2017, consente di avviare iniziative imprenditoriali per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura; la fornitura di servizi alle imprese e alle persone; il turismo.
Sono ricomprese le spese per la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, per l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e programmi informatici e per le principali voci di spesa utili all'avvio dell'attività. Il finanziamento Resto al Sud copre il 100% delle spese ammissibili e si concretizza in un contributo a fondo perduto pari al 35% dell'investimento complessivo; un finanziamento bancario pari al 65% dell'investimento complessivo, garantito dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Gli interessi del finanziamento sono interamente coperti da un contributo in conto interessi. L'importo massimo del finanziamento erogabile è di 50mila euro per ciascun socio, fino ad un ammontare massimo totale di 200mila euro.
Secondo i dati di Invitalia, a proposito di domande ed investimenti, da dicembre 2019 a maggio 2020: è la Campania al primo posto con 92 domande e 5.552.867 euro di investimenti; segue la Sicilia con 41 domande e 1.981.745 euro; la Calabria con 35 domande e 1.884.099 di investimenti; la Puglia con 18 domande e 1.063.313 euro di investimenti.
Decreto Rilancio, le novità per Resto al Sud
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Nel Decreto Rilancio, n. 34 del 19 maggio 2020 "Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19" ci sono alcune norme che interessano direttamente le attività di Invitalia. Nello specifico le novità toccano anche la liquidità a fondo perduto per le imprese Resto al Sud: le imprese che hanno completato il progetto ammesso alle agevolazioni Resto al Sud, potranno accedere a un ulteriore contributo a fondo perduto, a copertura del fabbisogno di circolante, pari a 15.000 euro per le attività svolte in forma individuale e fino ad un massimo di 40.000 euro (10.000 euro per ciascun socio) per quelle esercitate in forma di società (art. 245).
L'obiettivo dell'intervento
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La ratio del ritocco è quella di «evitare che le iniziative finanziate per altro in fase di start up vedano compromessa la loro permanenza sul mercato per effetto di una crisi di liquidità dovuta alla sospensione dell'attività e alla successiva contrazione della domanda dei loro prodotti o servizi». In ogni caso, l'ulteriore liquidità non è riservata ai progetti già oggetto dell'agevolazione: potranno accedervi tutti, anche i futuri beneficiari. In sintesi, potranno ricorrervi tutti coloro che faranno domanda anche in futuro per i finanziamenti agevolati nelle regioni del Mezzogiorno e del Centro Italia.
In questo momento la piattaforma Invitalia è in fase di aggiornamento per recepire il modello di domanda «ma nel frattempo imprese e professionisti potranno fare richiesta del fondo perduto attraverso l'invio di una Pec». Serve aver ricevuto il saldo del finanziamento e non aver perso, nel frattempo, i requisiti necessari per fruire dell'incentivo.
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