di Gabriella Lax - Le posizioni organizzative di elevata responsabilità (Poer) non sono "dirigenti mascherati" e la loro nomina non viola il dettato della Costituzione per cui le nomine dei dirigenti pubblici avvengono solo per concorso. Così ha deciso la Corte costituzionale.
Le lunghe vicende dei quadri intermedi
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Si esaurisce nella non fondatezza della questione, la vicenda infinita sui quadri intermedi (poer) voluti dall'attuale direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto M. Ruffini, nel 2017 dopo la sentenza, sempre della Consulta del 2015 che aveva dichiarato la decadenza di circa 1.000 funzionari incaricati di funzioni dirigenziali. Per la Corte, in quel caso, era stata violazione dell'articolo 97 poiché i funzionari furono nominati come dirigenti a tempo e la nomina ripetuta nel tempo.
La Consulta dopo il Tar del Lazio
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Come ricostruisce una nota dei giudici costituzionali, la Consulta ha preso in esame in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio sull'istituzione delle posizioni organizzative per lo svolgimento di incarichi di elevata responsabilità, alta professionalità o particolare specializzazione (POER) previste dalla legge n. 205 del 2017 nell'ambito delle Agenzie fiscali.
In attesa del deposito della sentenza, l'Ufficio stampa della Corte fa sapere che le questioni sono state dichiarate non fondate.
Poer non sono dirigenziali
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Nello specifico, la Consulta ha statuito che le posizioni organizzative per lo svolgimento di incarichi di elevata responsabilità (Poer) non sono qualificabili come posizioni dirigenziali, a differenza di quelle oggetto della precedente sentenza n. 37 del 2015, che aveva dichiarato incostituzionale le disposizioni sul conferimento di incarichi dirigenziali mediante la stipula di contratti di lavoro a tempo determinato.
Non è stato dunque violato il principio dell'accesso per concorso ai pubblici uffici. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.