La coppia 'scoppiata' che continua a comportarsi come i fidanzatini scambiandosi tenerezze, non puo' poi chiedere il divorzio. Tali atteggiamenti, dice infatti la Cassazione, dimostrano che c'e' 'volonta' di ripristinare il consorzio familiare'. In questo modo la Prima sezione civile, sentenza 26165, ha bocciato il ricorso di un professionista romano, Antonio C., che chiedeva la cessazione degli effetti civili del matrimonio contratto con Maria Gabriella. Per la Suprema Corte, che ha convalidato il giudizio della Corte d'appello di Roma del maggio 2005, la coppia non puo' chiedere il divorzio in conseguenza delle testimonianze raccolte da amici comuni della coppia che avevano raccontato come, dopo la separazione dei due amici, avvenuta nell'agosto del '94, i due coniugi erano stati visti in piu' di una occasione comportarsi come 'fidanzatini' in conversazione 'come persone che conducevano una normale vita coniugale'. Inutilmente Antonio si e' rivolto alla Cassazione, sostenendo che in realta' i due, pure quando si incontravano non facevano che litigare e dormivano in letti e camere separate, a dimostrazione del rapporto 'gelido'. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso e si e' allineata al giudizio di merito che aveva constato come 'i rapporti tra i coniugi erano civili' e che i comportamenti descritti dagli amici dimostravano la volonta' di 'ripristinare il consorzio familiare'. Antonio, oltre a non poter divorziare dalla moglie, dovra' sborsarle 4100 euro per le spese sostenute in giudizio.
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