Il nostro Paese è secondo dopo la Russia per gli indennizzi da versare per le vittime di violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo

Corte di giustizia Ue, il rapporto annuale

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Nel carnet dell'Italia c'è un altro record non felice: quello delle condanne per procedure d'infrazione, comminate dalla Corte di giustizia dell'Unione europea. Ecco intanto i dati, riportati dal Sole 24 Ore, così come si profilano dal rapporto annuale della Corte Ue che, nel 2019, ha deciso 1.739 casi, a fronte di ben 1.905 nuovi arrivi nelle aule di Lussemburgo. Continuando, nello stesso anno, ci sono stati 641 i rinvii pregiudiziali, segno della crescente fiducia dei giudici interni nel sistema giudiziario Ue e dell'utilità del dialogo con Lussemburgo.

Corte di giustizia, il triste primato dell'Italia

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Sui ricorsi per inadempimento la Corte ha adottato 35 sentenze (57 nel 2018): l'Italia ha avuto il numero più alto di condanne per procedure di infrazione (6). Oggetto di condanna sentenze sulla violazione per le regole sulle discariche dei rifiuti (causa C-498/17), la violazione di norme sugli appalti pubblici (C-526/17), il mancato rispetto delle prescrizioni per gli esami su tessuti e cellule umani (C-481/18), mancata attuazione delle misure di contenimento decise dalla Commissione europea per combattere la Xylella fastidiosa (C-443/18), l'inadempimento per la mancata trasmissione dei programmi sullo smaltimento di rifiuti radioattivi (C-434/18) e un caso sui dazi doganali (C-304/18). A cui si somma ad inizio anno una nuova condanna per i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali nei casi in cui il debitore sia una Pa (sentenza del 28 gennaio 2020, causa C-122/18.

In testa alla classifica l'Italia dell'attività complessiva della Corte nei procedimenti per inadempimento, dal 1952 al 2019, con ben 656 casi. Riguardo allo stato delle procedure di infrazione a carico dell'Italia, al 14 maggio 2020, sono 83, di cui 68 per violazione del diritto dell'Unione e 15 per mancato recepimento di direttive.

Indennizzi da versare, l'Italia è seconda solo alla Russia

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Nel caso degli indennizzi da versare per le vittime di violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo il nostro Paese è solo secondo, peggio ha fatto solo la Russia. Come spiega il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa nel rapporto annuale sullo stato dell'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo da parte degli Stati, presentato ad aprile 2020 e riferito all'anno precedente. Nei confronti dell'Italia sono state accertate, nello specifico, violazioni convenzionali con conseguente imposizione del pagamento di un indennizzo alle vittime. Nel 2019, l'Italia ha versato 16.964.113 euro ossia il doppio rispetto al 2018, con 9.792.285 euro. Ulteriore dato negativo i ritardi nei pagamenti: in 21 casi (17 nel 2018) l'Italia ha rispettato i termini, ma in ben 42 no (28 nell'anno precedente).


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