- Scuola: le linee guida per l'a.s. 2020-2021
- Presidi, insegnanti e sindacati: le critiche al testo
- Autonomia scolastica da privilegiare per il riavvio
- Gruppi di studio e frequenza anche il sabato
- Tavoli regionali
- Patti educativi di comunità
Scuola: le linee guida per l'a.s. 2020-2021
[Torna su]
Nei giorni scorsi è circolata la bozza delle linee guida (sotto allegata) predisposte dal Ministero dell'Istruzione in vista del ritorno sui banchi di scuola previsto per settembre. Il testo del Piano Scuola 2020-2021, non ancora ufficialmente approvato, ha già suscitato numerose reazioni, molte delle quali particolarmente critiche.
Ciò in quanto si tratterebbe di un testo eccessivamente generico, con poche indicazioni concrete e che, attraverso il richiamo all'autonomia, ha l'effetto di rimandare la maggior parte delle decisioni alle amministrazioni locali e ai dirigenti scolastici che le adotteranno in base alle proprie esigenze. Oltre alla mancanza di risorse, si evidenzia il rischio è di un'istruzione fortemente influenzata dalle differenze territoriali.
Su Twitter, la ministra Azzolina ha annunciato che le linee guida in merito alla riapertura delle scuole a settembre saranno portate oggi, 25 giugno, in Conferenza Unificata: "leggo tante interpretazioni, molte sbagliate. Questo aiuta solo ad alimentare la confusione" ha cinguettato la titolare del dicastero dell'Istruzione.
Presidi, insegnanti e sindacati: le critiche al testo
[Torna su]
Le prime critiche sono giunte proprio dai dirigenti scolastici. "Autonomia non può voler dire solamente che ci devono pensare le scuole" ha dichiarato a Sky TG24 Antonio Giannelli, a capo di ANP (Associazione Nazionale Presidi).
Giannelli ha evidenziato come il piano "non contiene indicazioni operative né definisce livelli minimi di servizio, ma si limita ad elencare le possibilità offerte dalla legge sull'autonomia, senza assegnare ulteriori risorse e senza attribuire ai dirigenti la dovuta libertà gestionale".
Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, "il piano elaborato da viale Trastevere risulta del tutto inadeguato a garantire che il rientro in aula tra due mesi avvenga in sicurezza. Tutte le elucubrazioni sui possibili accorpamenti delle discipline e delle classi e sulla riduzione dell'orario di lezione non cambiano il risultato finale, cioè non evitano l'impoverimento dell'offerta formativa, impedendo, di conseguenza, agli studenti di godere pienamente del diritto all'istruzione".
Critiche anche dai sindacati. Il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli: "La grande preoccupazione è che avendo predisposto le linee guida senza un giusto investimento di risorse, si stia scaricando una grossa responsabilità sulle autonomie scolastiche col risultato di un quadro dell'istruzione legato alle differenze territoriali".
Autonomia scolastica da privilegiare per il riavvio
[Torna su]
Per gran parte delle decisioni che verranno adottate nelle scuole, il Piano punta alla "valorizzazione delle forme di flessibilità derivanti dall'Autonomia scolastica", quest'ultima definita come lo "strumento privilegiato per elaborare una strategia di riavvio dell'anno scolastico che risponda quanto più possibile alle esigenze dei territori di riferimento nel rispetto delle indicazioni sanitarie".
In sostanza, gran parte del lavoro è rimesso alle singole istituzioni scolastiche che, si legge nel testo, dovranno aver cura di garantire, a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l'opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale.
In un simile contesto, rimane ferma l'opportunità per le istituzioni scolastiche di avvalersi delle ulteriori forme di flessibilità derivanti dallo strumento dell'Autonomia, sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio.
Gruppi di studio e frequenza anche il sabato
[Torna su]
Tra le misure suggerite all'interno del testo emergono la "riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento" nonché "l'articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso". In pratica, si potranno creare gruppi di studio eventualmente formati anche da alunni di diverse classi e diverse età. Si punta, inoltre, a "discipline aggregate in aree e ambiti disciplinari", ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordinamentali.
Per quanto riguarda la frequenza, si potrà optare per turni differenziati, anche variando l'applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici, con estensione del tempo scuola settimanale anche alla giornata del sabato, ove non già prevista, a seguito di delibera degli Organi collegiali competenti.
Per le scuole secondarie di II grado, resta la possibilità di fruizione per gli studenti di attività didattica in presenza e didattica digitale integrata, che dovrà essere opportunamente pianificata e ovviamente ove lo consentano le opportunità tecnologiche, l'età e le competenze degli studenti.
Mascherine e visierine
Niente divisori tra gli alunni o plexiglas, nè si parla di mascherine obbligatorie nel testo. Per la ripresa delle attività scolastiche in presenza è fatto richiamo al rispetto delle indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio contenute nel Documento tecnico, elaborato dal Comitato tecnico scientifico (CTS) istituito presso il Dipartimento della Protezione civile recante "ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico e le modalità di ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno scolastico", approvato in data 28 maggio 2020 e successivamente aggiornato.
L'uso di mascherine, comunque, non è previsto per i minori di sei anni, ma nelle scuole dell'infanzia si raccomanda agli adulti l'utilizzo di visierine "leggere" e, quando opportuno, dei guanti di nitrile. Tali dispositivi, però, non dovranno far venir meno la possibilità di essere riconosciuti e di mantenere un contatto ravvicinato con i bambini piccoli e tra i bambini stessi.
Tavoli regionali
[Torna su]
Le linee guida prevedono, inoltre, che l'avvio dell'anno scolastico in ciascuna Regione sarà coordinato da appositi Tavoli regionali, insediati presso gli Uffici Scolastici Regionali del Ministero dell'istruzione, cui partecipano i soggetti e gli operatori coinvolti nell'ambito del sistema di istruzione.
Inoltre, a livello locale, si organizzeranno anche apposite Conferenze dei servizi, su iniziativa dell'Ente locale competente, finalizzate ad analizzare le criticità delle singole istituzioni scolastiche che insistono sullo specifico territorio.
Lo scopo, si legge nella bozza, sarà quello di raccogliere le istanze provenienti dalle scuole con particolare riferimento a spazi, arredi, edilizia al fine di individuare soluzioni che tengano conto delle risorse disponibili sul territorio in risposta ai bisogni espressi.
"Solo con scelte adatte alle esigenze del contesto di riferimento e compiute direttamente dai soggetti che vivono e governano il territorio - chiosa il provvedimento - è possibile rispondere adeguatamente e tempestivamente alla estrema diversificazione delle richieste formative provenienti dalle famiglie, dagli studenti e dalle studentesse e dall'intera comunità territoriale.
Patti educativi di comunità
[Torna su]
Menzionati nella bozza anche i "Patti educativi di comunità" ovvero specifici accordi che scuole, Enti locali, istituzioni pubbliche e private variamente operanti sul territorio, nonché realtà del Terzo settore, si impegnano a sottoscrivere per favorire la più ampia realizzazione del servizio scolastico.
Si punta a favorire, da parte di tali soggetti, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, cinema, musei, al fine di potervi svolgere ulteriori attività didattiche o alternative a quelle tradizionali comunque volte a finalità educative.
Ancora, si punta a creare le condizioni per la presenza a scuola o negli altri spazi esterni di personale educativo responsabile di attività integrative o alternative alla didattica, anche inerenti al terzo settore (ad es. le associazioni sportive dilettantistiche), ad associazioni musicali, teatrali, artistiche in generale. Tale personale va coinvolto non solo nei contenuti di queste attività ma anche nella responsabilità connessa ai compiti di sorveglianza e vigilanza degli alunni.
L'obiettivo ultimo è quello di fornire unitarietà di visione ad un progetto organizzativo, pedagogico e didattico legato anche alle specificità e alle opportunità territoriali. Non manca, inoltre, il proposito di rafforzare l'alleanza scuola famiglia che potrà ulteriormente concretizzarsi nell'aggiornamento del "Patto Educativo di Corresponsabilità".
Scarica pdf Piano scuola 2020-2021• Foto: 123rf.com