- Annullata la delibera che aveva tagliato i vitalizi
- Le ragioni dell'annullamento della delibera sul taglio dei vitalizi
- Le polemiche sull'annullamento della delibera
Annullata la delibera che aveva tagliato i vitalizi
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La Commissione contenziosa di Palazzo Madama, presieduta da Giacomo Caliendo, esponente di Forza Italia, ha accolto le istanze degli ex parlamentari e ha annullato la delibera del Consiglio di presidenza del 16 ottobre 2018, che aveva disposto il taglio dei vitalizi. Tre su cinque hanno votato per l'annullamento della delibera, che aveva introdotto il sistema del calcolo contributivo per l'assegno.
Caliendo spiega che l'annullamento coinvolge le disposizioni della deliberazione nella parte in cui era stata disposta la rimozione totale dei provvedimenti di liquidazione adottati a loro tempo e imponendo una liquidazione basata su criteri diversi.
La delibera è stata poi annullata anche nella parte in cui si prevede "il ricalcolo dell'ammontare degli importi mediante la moltiplicazione del montante contributivo individuale per il coefficiente relativo all'età anagrafica del senatore alla data della decorrenza dell'assegno vitalizio o del trattamento previdenziale pro rata, anziché alla data dell'entrata in vigore" del taglio dei suddetti trattamenti.
A sostegno dell'annullamento, il documento che lo ha disposto, richiama le ordinanze delle SU della Cassazione datate 8/07/2019 che hanno in sostanza riconosciuto la natura pensionistica del vitalizio degli ex parlamentari e la sentenza della Corte costituzionale del 5/06/ 2013, che ha stabilito diversi requisiti di legittimità affinché si possa procedere alla riduzione degli importi delle pensioni.
Le ragioni dell'annullamento della delibera sul taglio dei vitalizi
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L'annullamento della delibera, così come spiegato dall'Avvocato Paniz, che ha difeso le ragioni degli ex senatori che avevano fatto ricorso contro questa decisione è stato disposto perché "ritenuta ingiustificata a fronte della giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale e del diritto dell'Unione europea, in base alla quale di fronte a una situazione consolidata gli interventi di riduzione degli importi devono rispondere a cinque requisiti, nessuno dei quali era stato rispettato dalla delibera:
- In primo luogo non deve essere retroattivo, mentre questo taglio lo era;
- in secondo luogo non deve avere effetti perenni, come invece li aveva la delibera;
- in terzo luogo non deve riguardare una sola categoria ma deve essere 'erga omnes", mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari;
- in quarto luogo deve essere ragionevole, mentre questo taglio raggiungeva l'8% degli importi;
- infine deve indicare dove vanno a finire i risparmi che non possono finire nel grande calderone del risparmio, e anche su questo punto la delibera era carente".
Le polemiche sull'annullamento della delibera
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Una decisione che, i sostenitori del taglio, non accettano anche perché la notizia è giunta in tarda serata. Una sorta di blitz, criticato aspramente da Giorgia Meloni, Matteo Salvini e da tutto il Movimento Cinque Stelle, con Di Maio e Crimi in testa. Una mossa giudicata di cattivo gusto soprattutto per il momento di difficoltà che sta vivendo il Paese. Da parte sua Caliendo, accusato di fare gli interessi di Forza Italia, si difende dichiarando di aver richiesto implicitamente "una legittima modalità di contribuzione di tutti gli ex parlamentari titolari di assegni vitalizi alle aumentate necessità finanziarie del nostro Paese."
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