- Ue e rimborsi voli cancellati, braccio di ferro col governo
- Ue e rimborsi voli cancellati, richiesta di procedura d'infrazione
- Rimborsi, il diritto di scegliere spetta ai passeggeri
Ue e rimborsi voli cancellati, braccio di ferro col governo
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Arriva dalla Commissione europea la richiesta della procedura d'infrazione contro Italia e Grecia in relazione ai voli cancellati dalle compagnie aeree. Grecia e Italia avrebbero violato le norme dell'Ue a tutela dei diritti dei passeggeri. Contrariamente a quanto prevedono i regolamenti, i due paesi sono rei, secondo la Commissione, di aver adottato norme che consentono ai vettori di offrire voucher come unica forma di rimborso. Ma il braccio di ferro con il Governo italiano prosegue.
Ue e rimborsi voli cancellati, richiesta di procedura d'infrazione
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L'idea dell'Esecutivo è quella governo italiano è di tenere duro sulla linea dei voucher validi almeno 12 mesi. E quindi il governo non intende accogliere la richiesta di Bruxelles di rispettare il regolamento europeo, che prevede l'obbligo di rimborsare i biglietti entro 7 giorni dalla cancellazione. Dall'Ue è arrivata una richiesta di procedura d'infrazione contro l'Italia.
Rimborsi, il diritto di scegliere spetta ai passeggeri
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È doppia la richiesta di procedura d'infrazione sui rimborsi ai passeggeri, presentata attraverso una lettera di costituzione in mora. La prima richiesta è scattata nei confronti dell'Italia (e anche della Grecia) perché il decreto Cura Italia, dal 13 marzo, ha consentito alle compagnie aeree e di navigazione di offrire voucher come unica forma di rimborso, in modo che possano essere usati come un credito per acquistare biglietti futuri. Ma il regolamento comunitario n. 261 del 2004 stabilisce che sono i passeggeri ad avere il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro ed eventuali altre forme di rimborso, come i voucher. Secondo il regolamento, il rimborso deve essere pagato entro 7 giorni dalla cancellazione del viaggio. Nello specifico le regole approvate nel nostro Paese sono quelle che appaiono più incompatibili con i diritti garantiti ai passeggeri dalle direttive Ue, dato che in Italia questo problema, oltre ai voli aerei, riguarda anche i viaggi in autobus, pullman e treni.