Presentato dall'UCC al Ministro della Giustizia Bonafede un piano straordinario per la giustizia civile che spazia dal processo ai compensi

Giustizia civile: il piano di riforma presentato dall'Unione Camere Civili

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L'Unione delle Camere Civili ha presentato al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, un piano straordinario per la giustizia civile al fine di intervenire su aspetti organizzativi e sul processo, affinché sia possibile migliorare la giustizia e abbattere l'arretrato che ha determinato negli uffici giudiziari un altissimo numero di cause pendenti.

Il piano straordinario prende le mosse dagli impegni già presi dallo stesso ministro in materia di reclutamento di magistrati e personale amministrativo, nonché di edilizia giudiziaria e digitalizzazione.

L'UCC formula quindi alcune proposte, dividendo gli interventi per settori, seppure molti in realtà riguardano aspetti in parte sovrapponibili, ovvero: interventi organizzativi e ordinamentali; interventi sul processo; interventi sui compensi.

Interventi organizzativi

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Il documento (qui sotto allegato) prende atto dell'insuccesso dell'Ufficio del Processo, individuando due principali cause del fallimento da eliminare per superare l'arretrato presente negli uffici, ovvero: carenza di personale, mezzi e soprattutto tirocinanti, nonché scarsa propensione di molti magistrati a collaborare con i tirocinanti.

Si propone, dunque, il reclutamento straordinario di tirocinanti, sia mediante una selezione rapida attraverso quiz, sia grazie all'utilizzazione di vincitori di concorso non ancora immessi in ruolo, sia facendo ricorso a professionisti disponibili alla collaborazione, individuati dai Capi degli Uffici giudiziari.

Il personale, anche approfittando dell'afflusso di risorse europee, andrà remunerato in misura ragionevole, mentre ai giudici che riusciranno a far funzionare l'Ufficio, incrementando il numero di sentenze depositate, dovrebbe riconoscersi un incentivo, eventualmente anche in termini di progressione di carriera o di valutazioni quadriennali (e sempre che il tasso di riforma delle sentenze rientri nella media).

Sempre in relazione allo stock di arretrato del Tribunale, si pensa all'introduzione di Sezioni stralcio negli Uffici che presentano un arretrato significativo, compresa la Sezione Tributaria della Corte di Cassazione.

Valutazione di professionalità dei magistrati

Indispensabile è ritenuto anche l'intervento sulle valutazioni di professionalità, tenendo conto di una serie di elementi come: percentuale di cause transatte a seguito di sollecitazione o proposta del magistrato; numero di cause assegnate e tempi della definizione; rispetto del calendario del processo di cui all'art. 81 bis disp. att. c.p.c.; percentuale di sentenze confermate nei successivi gradi di giudizio.

Per l'UCC i magistrati dovrebbero essere valutati anche in base alle loro capacità organizzative, che devono essere addirittura prevalenti, quando si tratta di incarichi direttivi: si ritiene che che i Capi degli uffici debbano essere affiancati da manager o, quanto meno, seguire con profitto corsi di formazione in materia di gestione ed organizzazione del lavoro, con valutazione attitudinale (preferibilmente da parte di organismi terzi) con aggiornamenti biennali e predisposizione di graduatorie. Ma, soprattutto, è necessario che vi sia una valutazione effettiva.

Interventi sul processo

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Prendendo le mosse dal progetto già presentato da Bonafede, l'UCC propone suggerimenti integrativi di vario tipo per quanto riguarda il processo.

Ad esempio, si propone di mantenere e incentivare il procedimento sommario, nonché di prevedere che il giudice, in sede di riservata sulle prove, se ritiene che una delle questioni trattate renda la causa di pronta soluzione possa trattenere la causa in decisione, indicarla alle parti, invitarle a depositare le difese previste dall'art. 190 c.p.c. e pronunziare la sentenza.

Ancora, si punta a rendere effettivamente obbligatorie una serie di norme oggi spesso disapplicate, ad esempio la decisione immediata delle cause mature per la decisione, o delle questioni preliminari e/o pregiudiziali idonee a definire il giudizio, nonché a introdurre meccanismi idonei a consentire la concentrazione del contenzioso "seriale", soprattutto quando si tratti di diritti individuali omogenei.

Si potrebbe, si legge ancora nel testo, consentire al giudice di imporre sanzioni pecuniarie in caso di ritardato adempimento degli obblighi pronunziati in sentenza, anche di carattere monetario, e viene altresì sollecitata una riflessione collettiva sulla introduzione, nel nostro ordinamento, dell'istituto dei cd. danni punitivi.

Al vaglio anche l'ipotesi di devolvere a professionisti esterni settori quali volontaria giurisdizione (esclusi i procedimenti che coinvolgono interessi di minori), pronuncia di ordinanze ingiunzione (destinate ad acquisire efficacia di titolo esecutivo, ma non quella del giudicato), esecuzione forzata.

Infine, tra gli interventi suggeriti emerge quello volto ad armonizzare la disciplina processuale con quella avente ad oggetto il cd. processo telematico e quello volto a consentire agli avvocati l'accesso per via telematica ai registri dell'anagrafe presso il Ministero degli Interni, al fine di semplificare i procedimenti di notificazione.

Metodi alternativi di risoluzione delle controversie

Per quanto riguarda l'Adr, si propone di rendere obbligatorio, in alcune materie e se del caso con limiti di valore, il ricorso all'arbitrato a tariffe calmierate e di prevedere che gli arbitri, quanto meno in alcune materie, possano emettere provvedimenti cautelari e/o di urgenza.

Ancora, si suggerisce di intervenire su mediazione obbligatoria e negoziazione assistita, rendendole tra di loro fungibili, sopprimendo qualsiasi forma di obbligatorietà che si traduce in un costo, e prevedendo invece delle incentivazioni di carattere fiscale. Estendere la negoziazione assistita alla materia del lavoro. In alternativa, si propone di prevedere un obbligo di rinegoziazione in buona fede in relazione a qualsiasi ipotesi di controversia, con la obbligatoria applicazione dell'art. 96 comma 3, per coloro che dovessero violarlo.

Interventi sui compensi

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Per l'UCC la leva dei compensi può rivelarsi estremamente efficace per incentivare comportamenti virtuosi o, al contrario, disincentivare quelli opportunistici, sia per le parti che per gli avvocati.

Il primo e imprescindibile intervento suggerito è quello relativo alla soppressione del raddoppio del contributo unificato per la ipotesi di rigetto della impugnazione, in quanto "impugnare le sentenze non deve essere un privilegio per ricchi, che possono permettersi il lusso di correre un rischio del genere".

Al fine di incentivare e/o disincentivare i comportamenti, si potrebbe prevedere, si legge nel documento, che il giudice sia vincolato sia ai parametri medi nella liquidazione delle spese legali che all'applicazione degli aumenti di carattere premiale previsti per l'utilizzo di strumenti acceleratori o di efficienza del processo, salva la facoltà di aumentare la liquidazione delle spese legali fino ai parametri massimi in presenza delle condizioni di legge.

Altra ipotesi espressa è quella volta a rimodulare i compensi tabellari in modo che, a parità di ammontare complessivo per tutte le fasi, siano maggiormente valorizzate le fasi di studio e introduttiva del giudizio rispetto a quella decisionale, invertendo l'attuale impostazione al fine di incentivare la definizione transattiva.

Infine, si sottolinea la necessitò che il patrocinio a spese dello Stato, oltre ad essere previsto, sia anche effettivamente remunerato, al fine di evitare che venga rifiutato da molti; per questo, il relativo credito deve essere reso compensabile con quanto dovuto per imposte e tasse.

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Foto: 123rf.com
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